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Microcritiche / Coincidenze e fantasie a Tokyo (con Schumann)

2 Settembre 2021
di Ghisi Grütter

IL GIOCO DEL DESTINO E DELLA FANTASIA – Film di Ryūsuke Hamaguchi. Con Kotone Furukava, Kiyohiko Shibukawa, Fusako Urabe, Hyunri, Ayumu Nakajima, Katsuki Mori, Kai Shouyma, Aoba Kawai, Giappone 2021-

Gūzen to sōzō”, il titolo del film in originale (letteralmente: coincidenza e immaginazione), di Ryūsuke Hamaguchi è un film giapponese minimalista dove sono raccontati tre episodi (tre giochi) sul filo del paradosso, con un background urbano, accompagnati dalle note di Robert Schumann. Questo compositore intellettuale ed esteta, non è stato certo scelto a caso: è considerato l’iniziatore del romanticismo musicale e uno dei suoi esponenti più importanti.
I primi due episodi si svolgono a Tokyo. Spesso la scena è fissa, gli attori immobili e sono solo i dialoghi a portare avanti l’azione.
La prima storia intitolata Magia, mostra un lungo dialogo tra due amiche che in taxi percorrono l’arteria principale della città. Si intravedono le luci serali, i sottopassi, i grattacieli che poi una delle due, Meiko (interpretata da Kotone Furukava,), fotograferà. Le due ragazze si raccontano storie d’amore, così come fanno le amiche: una ha avuto un nuovo incontro, l’altra è reduce da un amore finito già da un po’ di tempo. Si scoprirà che il caso ha voluto che si contendessero le attenzioni (amore vero o presunto?) di un ragazzo che fa l’interior designer e che pare essere un play-boy.
Il secondo episodio intitolato La porta spalancata, è quello più surreale, e tratta di un professore di liceo che pubblica romanzi – aveva vinto il prestigioso premio letterario Akutagawa – in cui inserisce alcune pagine molto spinte con particolari sessuali molto dettagliati. Nao (interpretata da Katsuki Mori), una delle sue studentesse spronata da un compagno che era stato appena bocciato, lo provoca leggendogli a voce alta alcuni suoi passaggi scritti. Che differenza c’ è tra una pagina erotica scritta e quella stessa pagina letta ad alta voce? Finirà tutto in uno scandalo per cui il professore verrà allontanato dalla classe. Le riprese sono prevalentemente di interni in una scuola di Tokio.
Il terzo episodio dal titolo Ancora una volta è il più bello e si svolge a Sendai. Il gioco raffinato degli equivoci porta due donne a confrontarsi. Si incontrano casualmente sulla scala mobile della metropolitana e si riconoscono (o così credono) come compagne di scuola di venti anni prima. Si incrociano in tal modo due solitudini, due donne con vite diametralmente opposte: una è un’insoddisfatta moglie e madre di due teen-agers, mentre l’altra, Nana (interpretata da Aoba Kawai), è un’omosessuale frustrata che aveva lasciato andare, vent’anni prima, il suo oggetto di desiderio senza lottare, né dire nulla.
Il cinema di Hamaguchi è così apparentemente letterario; nelle sue storie reale ed irreale si confondono. Sono le donne a essere le protagoniste poste al centro delle narrazioni: donne felici, donne sofferenti, donne insoddisfatte, donne traditrici, ma anche tradite. Gli uomini sono fuori fuoco, appena abbozzati.
Le donne seguono fino in fondo le imperscrutabili leggi del desiderio che diventa, come nei film di Wong Kar-Wai (“In the mood for love” del 2000 o “Hong Kong Express” del 1994, “Happy Together” del 1997), la principale forma di godimento. Così le altre tematiche come l’impossibilità della felicità nell’amore vissuto, la ricerca costante di una cosa nuova, di una cosa diversa come insoddisfazione di se stessi e dello status quo.
Hamaguchi per questo film ha vinto l’Orso d’argento, il gran premio della giura al festival di Berlino 2021. Ha vinto, nello stesso anno, anche il Prix du scénario al Festival di Cannes per “Drive My Car” tratto da un racconto breve di Haruki Murakami.

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