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relazioni politiche, dal quartiere al mondo

Violenze familiari, violenze politiche, violenze istituzionali

29 Luglio 2019
di Letizia Paolozzi

In un comune della provincia di Reggio Emilia succede che tanti bambini – forse troppi? – siano allontanati dalle famiglie d’origine con affidamenti dubbi, sostenuti da motivazioni poco scientifiche. O perlomeno, discutibili. Peraltro, la separazione in tante situazioni – forse troppe? – spinge a dimostrare che ci sono stati “abusi sessuali”.
La magistratura di Reggio Emilia dovrà accertare le modalità degli allontanamenti. Intanto lo fa con un inizio alla Dan Brown; l’inchiesta viene battezzata “Angeli e demoni”. Circolano fake sugli elettroshock ispirate ai film dell’orrore mentre il primo cittadino del comune (non da oggi amministrato dal Pd) va ai domiciliari per aver concesso locali comunali all’associazione Hansel e Gretel (accusata di aver condizionato i minori a dire il falso).
Nome evocativo quello della associazione: la favola si conclude con la morte della madre cattiva che voleva eliminare i bambini e la celebrazione del padre buono, però vittima della donna.
Si produce dunque il solito cortocircuito tra emotività (“Ladri di bambini! Rendeteli alle famiglie!”) e populismo mediatico (“Non mi darò pace finché l’ultimo bambino in Italia non tornerà da mamma e papà” promette Salvini); tornano indietro le lancette della propaganda con i comunisti che mangiano i bambini; l’hashtag #ParlatecidiBibbiano va fortissimo. Salvini, Di Maio, Meloni non si sottraggono. Ovviamente cavalcano. Bieca propaganda contro il Pd il quale, aggredito, parla di strumentalizzazioni.
Solite passerelle dei politici, notizie distorte, ruolo irresponsabile di media e social.
Ruolo che ha raggiunto il suo apice l’altro giorno, dopo la morte del vicebrigadiere Mario Circiello Rega, accoltellato a Roma, nel quartiere Prati, quando una massa di commenti (di politici, di giornalisti) puntano sugli immigrati. Gli assassini sarebbero nordafricani “alti un metro e 80”. Escono pure le foto. Chi le ha diffuse? A fine giornata vengono fermati, riconosciuti nel filmato di una telecamera di sicurezza, due studenti ventenni americani. Altra foto di uno degli studenti bendato e ammanettato durante l’interrogatorio. Siamo al trionfo dello stato di diritto!
In generale, i due vicepremier, o i loro comunicatori, sono costantemente incollati al web. Per il Pd il discorso è diverso. Perché a Bibbiano il fatto esiste. Concerne bambini la cui infanzia si rivela terribilmente dolorosa. Soprattutto se nascono da una famiglia povera. Questo può rendere difficile il percorso di crescita di chi, per via della giovanissima età, deve imparare nel frattempo a districarsi tra desideri, frustrazioni, gelosie, bisogno d’amore.
Le creature piccole, scriveva Ronald Laing, hanno una parte importante nella maturazione degli adulti “come noi (adulti) l’abbiamo nella loro”. Già. Ma quando l’adulto si sottrae a quello scambio perché non sa, perché non riesce a praticarlo?
E poi, non tutti i bambini hanno rapporti d’affetto con gli adulti; in alcuni momenti sono capaci di trasformarli negli orchi e nelle streghe delle favole.
Un’operazione di fantasia. Magari, su richiesta dei “grandi”, mamme e papà diventano i cattivi. Ma altri bambini hanno realmente papà e mamme cattive che gli fanno patire sevizie psicologiche, emotive, sociali.
La famiglia a volte funziona, altre no. Non in tutte si ascolta ciò che i bambini dicono. A Bibbiano donne in sofferenza hanno provato – non sono riuscite – a sostenere l’impalcatura di famiglie disastrate. E loro, queste donne sole, chi le ascolta?
Se avete presente il disegno di legge Pillon sulla famiglia (questo e i vari disegni verranno accorpati e ripresentati in Parlamento a settembre con relatore unico, appunto, il senatore Pillon), vi sarà chiaro che si accanisce sulla donna separata con figli, progettando che mamma e papà (magari un violento conclamato) gestiscano in perfetta parità i figli. Se i figli si rifiutano, dovrebbe intervenire l’affidamento ad una “struttura specializzata”, con lo scopo del “pieno recupero della bigenitorialità del minore”.
Allontanare il bambino dalla madre e dai genitori “per il suo bene” ma anche costringerlo a restare con genitori violenti e inadatti, in nome della famiglia naturale, non è violenza?
La “struttura specializzata” magari si traduce (così è capitato a Bibbiano) in una struttura appaltata. In effetti, una parte dell’indagine, tenendo fuori la posizione del sindaco, mira al sistema opaco degli appalti e delle consulenze che privatizzano miseria e disagio, invisibili alla collettività. Sarà questo l’epilogo dei servizi sociali, una volta fiore all’occhiello del “buon governo” emiliano?
Quanto all’allontanamento e all’affidamento temporaneo (che non può eternizzarsi), esperienze simili le praticano anche per rispondere a famiglie camorristiche o della ‘ndrangheta. Comunque, in Campania, in Calabria, i genitori regalavano armi ai bambini, li spingevano sulla via della brutalità. Ma – io mi domando – sarà giusto rispondere alla violenza con un’altra forma di violenza, quella dell’allontanamento?
Infine, la famiglia (della quale una volta il Pci discuteva con grandi seminari alla scuola di Frattocchie) è cambiata. E’ diventata una costellazione di famiglie. Questo, forse, ha provocato un mutamento nel modo di guardarla. Abbiamo capito – non da ora – che può produrre violenza. Molestie, prepotenze a danno dei più fragili, orrori perpetrati nel chiuso delle pareti domestiche. Contro le donne, contro i più piccoli.
Tuttavia nelle costellazioni di famiglie c’è molto d’altro. Bisogna saper distinguere, riconoscere il legame affettivo e però insospettirsi per la presa dominante di concezioni patriarcali.
Invece, a Bibbiano, la mia impressione – sicuramente sbaglio – è che assistenti sociali e psicologi nutrissero una forte diffidenza nei confronti dei nuclei originari da cui provenivano i bambini. Frutto di pregiudizi pericolosi quanto i modelli stereotipati invocati dal ministro degli Interni dei “bambini sottratti ingiustamente alla propria famiglia”.
Per questo, se è troppo presto per affermare con sicurezza cosa sia avvenuto nel comune del reggiano, tenendo a mente che la storia di ogni bambino, del rapporto con la sua famiglia, è un caso a sé, varrebbe la pena che un partito come il Pd, che ha governato quelle terre per decenni, piuttosto che perdere tempo nella battaglia interna, affrontasse le domande sollevate dalla vicenda.
Una buona politica dovrebbe essere capace di elaborare su questioni tanto drammatiche e complesse un abbozzo di risposta. Con il linguaggio della cura e non quello della propaganda sul corpo delle vittime

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