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Perchè non compro la sciarpa bianca

11 Febbraio 2011
di Laura Lepetit

Certo tutto questo rumore confonde e stordisce. Però per prima cosa non voglio scendere in piazza spinta con prepotenza e malagrazia da un uomo…dagli uomini. Ancora una volta dobbiamo accorrere festose come le ragazze coccodé di Renzo Arbore che, ricordiamocelo, aveva già preso in giro e ridicolizzato la smania maschile di vedere ragazze seminude e starnazzanti in TV. Grazie, Renzo, non hanno capito neppure te.
Più di recente il preciso documentario di Lorella Zanardo, Il corpo delle donne, ha già esposto con chiarezza l’insostenibile massa di orripilanti scemenze inventate da chi scrive e mette in scena show televisi, pubblicità incresciose, dibattiti ad alta cretineria.
Ancora non basta per esprimere la nostra opinione ? Certo ci suggeriscono di spegnere la TV, vestirci da suore, o che altro per manifestare il nostro scontento, per punirci ancora una volta, renderci umili, sottomesse e colpevoli.
Adesso dovremmo comperarci una inutile sciarpa bianca e scendere in piazza a prendere freddo e annoiarci per difendere la nostra dignità ? Ma di cosa stiamo parlando?
Non è certo sulla dignità delle donne che mi devo fare delle domande. Mi faccio delle domande sulla triste esibizione di una sessualità maschile ormai vecchia, desueta, un’anticaglia da rottamare, l’ultimo colpo di coda di un maschio minacciato, in via di estinzione, ridotto alla disperazione da un rapporto sessuale che non vede più protagonista il binomio servo-padrone ma che immagina, pretende e vuole un rapporto tra pari, dove vige la relazione e non più il mercato di chi può solo comperare e di chi approfitta, ancora per poco si suppone, per intascare un sacco di soldi con poca fatica.
Non intendo discriminare le escort, le veline e tutte quelle ragazze che mi sembrano le ultime combattenti di una guerra ormai persa. Mi sembrano anch’esse assai dignitose nel rivendicare il diritto di esplicare la professione più vecchia del mondo, cantata, dipinta e raccontata da artisti di chiara fama.
Mi dispiace solo che molte donne, quelle che hanno proposto questa manifestazione con onestà e certamente buona volontà o buone intenzioni, di cui purtroppo è lastricata la via dell’inferno, non abbiano tenuto conto delle riflessioni sulla sessualità maschile e femminile che tante prima di loro hanno fatto, da Virginia Woolf a Carla Lonzi e da moltissime altre, non posso ricordarle tutte.
E’ proprio pensando a loro che mi sono venute in mente queste riflessioni.
Vorrei finire con una esortazione : smettiamola di essere smemorate, di buttare il patrimonio che abbiamo alle spalle, di ricominciare sempre da zero e di correre alla prima chiamata per sostenere ancora una volta l’uomo che chiede a noi di difendere una dignità che lui non sa vedere.

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