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Padri tardivi e bambini molesti

23 Settembre 2010
di Franca Fossati

Quando arriva un figlio intorno ai sessant’anni la vita si fa “a colori”. La nuova creatura, scrive Sabina Mainardi de L’Espresso, “sconvolge felicemente ogni priorità”. A chi si riferisce? Di nuovo a Gianna Nannini e alle altre madri tardive che sfidano la biologia e scandalizzano il mondo? Macchè. Oggi alla ribalta sono i padri tardivi. E con evidente benevolenza se ne citano le testimonianze.
Da Phil Collins (60 anni) che “rivuole indietro la sua vita” tramite i figlioletti di 5 e 9 anni a Corrado Passera (56 anni) che grazie alla terza figlia di due mesi è indotto “a pensare al futuro ancora più a lungo”. Lamberto Sposini (58 anni), due volte nonno e di nuovo papà, non ha dubbi: “è meglio essere padre adesso”.
Immaginiamo la pensino come lui Flavio Briatore, Gianfranco Fini, Michele Placido, Franco Tatò. Luciano Gaucci, Sergio Cofferati, Rod Steward e via elencando dal mondo dei Vip. Per diventare padri a sessant’anni, ci assicura L’Espresso, conviene seguire una semplice tabella di marcia: 1) fare lo spermiogramma per sapere la vivacità degli spermatozoi; 2) controllare la prostata con l’andrologo; 3) fare un’ecografia ai testicoli; 4) controllare l’assetto cromosomico; 5)smettere di bere e fumare. Se tutto è ok si può procedere verso la “paternità di qualità”.
La tabella non cita le madri e non ricorda che devono essere più giovani, molto più giovani, se si vuole il risultato.
Fare i figli sotto i 30 anni sarebbe invece sconsigliabile ai maschi. Oggi i papà che vogliono andare in sala parto, accompagnare i bambini a scuola e dal pediatra e, addirittura, condividere una piccola parte del lavoro domestico, rischiano di giocarsi il futuro. Troppo stress. Come conciliare vita privata e lavoro?
Rimandare la paternità è più semplice. L’idea di cercare un’alleanza con le donne, massime esperte in materia, per rendere più flessibile il mondo del lavoro e più agevole per giovani genitori, serpeggia solo nelle ultime righe dell’ultima colonnina del servizio del settimanale.
Ma ci sono “tendenze” e tendenze. Su “Io donna” viene magnificata quella, opposta, di non fare figli, né da giovani né da anziani, e di rivendicarlo con orgoglio. Crescono, negli Usa e in Gran Bretagna soprattutto, le associazioni e i siti web child-free o child-free dating “per far incontrare partner che si giurano eterna sterilità”. I bambini sono molesti e disordinati (come avrebbe dichiarato Hug Grant). Ed anche antiecologici. Inquinano. Ognuno di loro “costa” infatti 9441 tonnellate di CO2, dice tale Lisa Hymas del portale americano ecologista grist.org.
E poi ci si meraviglia dello “scontro di civiltà”.

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