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Non è tempo di sorellanza

9 Settembre 2010
Pubblicato l'8 settembre 2010 su "Europa"
di Franca Fossati

A Berlino c’è una lussuosa agenzia di escort che vanta clienti donne. E’ l’ultimo numero di D, la Repubblica delle donne , che ce ne parla. Il titolo è a effetto: “Donne che pagano le donne” e promette di svelare scandalose novità. Anche le donne mercificano i corpi delle altre? Leggendo si scopre che le clienti dell’agenzia Greta Brentano sono state negli anni una cinquantina. Non sono loro a sostenere il businnes, ma gli uomini che spesso chiedono un mènage à trois. Tra le clienti alcune lo fanno per curiosità, altre per tradire il marito con una donna, altre ancora sono omosessuali da sempre. Donne d’affari, russe o americane in prevalenza. Italiane? Pochissime. Forse perché sono pochissime le donne d’affari.
A Lille, in Francia, cinque ragazze, quattro delle quali minorenni, sono accusate di violenza carnale su una donna di 29 anni. L’hanno seviziata e stuprata con un oggetto. L’unica maggiorenne del gruppo avrebbe organizzato la spedizione punitiva per vendicarsi della vittima che le aveva rubato il fidanzato (Corriere della sera, 30 agosto). Cherchez l’homme, ancora una volta? Secondo la psicanalista Paola Zaretti l’episodio “indicibile” rimanda invece ai rapporti tra le donne. “Questo stupro di gruppo -scrive- benché inauguri una pagina vergognosa, inaudita e forse senza precedenti sulla violenza fra donne in una direzione involutiva e degradante, è soltanto il segnale sinistro di un nodo mai affrontato e irrisolto che riguarda le relazioni fra donne” (Il Paese delle donne on line).
E di cattive relazioni tra le donne sono state piene le cronache estive. “Solidarietà femminile, merce rara” scriveva infatti Maria Teresa Meli (Corriere della sera, 1 settembre) a proposito di polemiche tra Renata Polverini e Emma Bonino. E Flavia Perina denunciava il silenzio delle donne PdL sulla “lapidazione mediatica” di Elisabetta Tulliani e sulle hostess di Gheddafi (ilPost.it) . Ed è di questi ultimi giorni la battuta di Catherine Deneuve su Carla Bruni “con quel passato doveva essere più cauta”. Bruni, ricordiamo, è stata attaccata dalla stampa iraniana (che l’ha definita “prostituta”) per aver preso posizione a favore di Sakineh. Annamaria Bernardini De Pace per denunciare tanta mancanza di solidarietà se la prende con le “nostre femministe” che “hanno saputo starnazzare sul maschilismo da bar e non hanno fatto e detto nulla sulla violenza inaudita del progetto iraniano” (Il Giornale, 6 settembre). Il riferimento è al concorso promosso (e poi annullato) da un pub di Tezze sul Brenta per scegliere la più bella a cui offrire un posto da cameriera. E, sempre a proposito di sorellanza, De Pace rinfaccia alla Deneuve anche la chirurgia plastica.
Il rivelarsi della cattiveria femminile sarà segno di regressione o di maturità?

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