A volte mi sembra che il sistema immunitario di questa democrazia sia saltato. Per questo reagire può essere una buona cosa. Ma se le iniziative che si mettono in campo sono poco sensate (per esempio, lo sciopero della stampa deciso per i prossimi giorni, come autobavaglio alla “legge-bavaglio“), finiscono per rappresentare non un segno di vitalità della democrazia. Ma soltanto un elemento di ulteriore confusione.
Alcune donne hanno scritto e presentato un testo “Di nuovo” nel quale dicono che se in passato grande era la forza femminile, adesso bisogna che le donne si rimbocchino le maniche e si facciano largo nella politica. Non per sfogliare la margherita, ma cosa si aspettano che succederebbe se le donne (un certo numero già abita la politica) ne fossero principali interpreti?
Nel frattempo, Berlusconi si è rivelato un uomo politico qualunque. Uno che promette, non decide, agisce in un solitario esercizio del potere. Pare che il suo ottimismo non plachi le inquietudini sociali. Si sente l’affanno della leadership. Circondata da congiure di palazzo. Anzi, Palazzo con la maiuscola. Dietro di lui c’è il vuoto.
E davanti a lui? Ambizioni grandi e piccole. Lo scricchiolio della Lega. Anche lì tra complotti e corse alla successione di Bossi. Intanto, Fini si riunisce con i suoi. Rettificare è saggio ma farlo tutti i giorni non è che ecciti molto l’opinione pubblica.
La sinistra, ovvero il Pd, sì che si eccita. Se il presidente della Camera esce dal Pdl, se si separa, se si federa. Molti “se“. Tanto qualche idea, secondo il vice di Bersani, Letta, la tirerà fuori il presidente della Repubblica.
E qui torno alle amiche che hanno scritto il testo “Di nuovo”. Visto che vogliono provare a rimediare a questo vuoto di politica e non hanno paura di sporcarsi le mani con il potere, pensano che sia sufficiente mandare via Berlusconi e magari acconciarsi a un bel governo di unità nazionale?