Sarà anche stato per gli impegni scolastici delle bambine, sta di fatto che Michelle Obama in Medio Oriente non è andata. Non c’era a Il Cairo ad applaudire il discorso più importante del primo semestre di Presidenza del marito. Qualcuno ha detto che la Casa Bianca abbia preferito tenere lontana da quel delicato incontro con l’Islam una donna scomoda.
Curiosamente però, proprio in queste settimane, nel paese più teocratico del mondo, l’Iran, si è imposta all’attenzione una First Lady di opposizione. Si chiama Zagara Rahnavard ed è moglie del candidato riformista Hossein Moussavi. Ha 64 anni e un volto duro e poco conciliante, incorniciato da uno hejab ricamato di fiori.
Eccellente scultrice insegna alla Facoltà femminile di Scienze politiche e partecipa attivamente alla campagna elettorale promettendo un paese senza prigionieri politici e senza censura. Piace ai giovani, soprattutto alle ragazze (L’Espresso). “E’lei che presenta il marito ed entusiasma il pubblico dicendo che perché il paese possa cambiare, le donne devono arrivare ai posti di comando” (La Repubblica, 8 giugno). Senza di lei, “senza quella moglie mezza professoressa e mezza artista” lo sfidante di Ahmadinejad non andrebbe lontano (Il Giornale, 25 maggio).
Anche se niente lascia prevedere che il Presidente uscente possa perdere le elezioni, Ahmadinejad la teme. Infatti, durante un dibattito tv, ha cercato di screditarla accusandola di non avere i titoli di studio appropriati. Pessima mossa, pare, perché oltre a essere smentito dall’Università di Azad, è stato criticato anche dai suoi sostenitori per aver oltraggiato l’onore della famiglia del rivale (La Repubblica, 6 giugno). Zagara Rahnavard, per altro, non si è fatta intimidire e ha minacciato di denunciare il Presidente “per il suo comportamento immorale” (Corriere della sera, 8 giugno). Insomma, un’altra donna “scomoda” per la politica.
Chissà, invece, se saranno “scomode” per Muammar Gheddafi le 700 italiane (politiche, imprenditrici, intellettuali) che ha preteso di incontrare durante la sua visita in Italia. La Ministra Carfagna e la Presidente di Confindustria Marcegaglia riceveranno il leader libico insieme alle 700 convocate (Adnkronos, 5 giugno). Ma un gruppo di ribelli ha declinato l’invito e scritto una lettera per ricordare a Gheddafi la vita delle donne rinchiuse nei campi profughi della Libia (Il paese delle donne on line, 7 giugno). “Siamo preoccupate e scandalizzate”, dicono, “per le politiche che il suo Paese, con la complicità dell’Italia e dell’Unione europea, sta attuando nei confronti delle donne e degli uomini migranti”.