ANSELM – Film documentario di Wim Wenders, Germania 2023.
Il film-documentario di Wenders racconta il mondo poetico dell’artista tedesco Anselm Kiefer. Cresciuto tra le macerie dei bombardamenti, condivide con il poeta Paul Celan che Kiefer cita spesso, la certezza che sia fondamentale avvicinarsi all’orrore, al posto di erigere un lutto senza memoria. Celan era nato romeno e naturalizzato francese, e dopo essere scampato alla Shoah, si tolse la vita a Parigi nel 1970. Con le sue prime opere Kiefer ha affrontato la storia del Terzo Reich e si è confrontato con l’identità post-bellica della Germania come mezzo per rompere il silenzio sul passato recente. Attraverso la parodia del saluto nazista o la citazione visiva e la decostruzione dell’architettura nazionalsocialista, Kiefer ha esplorato la propria identità e la propria cultura.
Wenders parte dalle dame dell’antichità di Kiefer e gira il suo film nei vari “luoghi” dell’artista che è riuscito a trasformare. Dopo aver tramutato una vecchia fabbrica di mattoni a Höpfingen, Germania, in uno studio, ha creato installazioni e sculture che sono diventate parte del luogo stesso. Alcuni anni dopo il suo trasferimento a Barjac, a nord di Avignone in Francia, Kiefer ha nuovamente trasformato la proprietà intorno al suo studio scavando in modo da creare una rete di tunnel sotterranei e cripte, collegati a installazioni d’arte. Ed ancora a Croissy, vicino Parigi, Kiefer installa i suoi enormi atelier di pensiero sull’arte, tra hangar, tunnel, macerie, specchi d’acqua, tubature a spirali. Sono archivi delle macerie e viaggi tra passato e presente. Gli atelier di Kiefer, dunque, sono non solo “luoghi di creazione” ma anche set in movimento in uno spazio oscillante tra pittura e cinema.
Così afferma Wim Wenders: «Sono sempre rimasto colpito dall’immensa portata del suo lavoro che tocca storia, astronomia, filosofia, biologia, fisica e miti. Non ci sono limiti alla sua immaginazione. E come nessun altro, è in grado di integrare il ‘tempo” nel suo lavoro e rendere visibili le sue tracce».
Wenders ha avuto una lunga e progressiva frequentazione con Kiefer e la sua arte e riprende il figlio e il nipote dell’artista, per raffigurarlo in tempi precedenti con un approfondito percorso «nella sua infanzia, tra le sue sculture, i quadri, gli acquerelli, il suo rapporto con la lingua, la religione, l’alchimia, l’astronomia, pensando già a quello che poteva riguardare le riprese, un repertorio di 1200 pagine: ero sopraffatto dal lavoro , volendo essere all’altezza delle sue creazioni» afferma ancora Wenders.
Varie sono le mostre rappresentate nel film, dall’hangar alla Bicocca di Milano alla mostra a Palazzo Ducale, a Venezia nel 2022, che mettono in evidenza l’ingombro estetico, la dimensione emotiva, dolorosa, morale, e l’inadeguatezza dell’utente di fronte a una singolare indipendenza di un’opera di moderna storicità e archeologia.
L’arte composita di Anselm Kiefer – pittura, scultura, installazione e fotografia – propone un percorso di introspezione sull’essere umano ed esplora le connessioni tra il passato e il presente. Fin dai suoi esordi negli anni Sessanta, ha tentato di realizzare una approfondita ricerca a più livelli sui temi della memoria, del mito, della storia, della letteratura e della filosofia. Nel suo percorso artistico, infatti, si uniscono religione, misticismo, poesia e filosofia. Sembra che ogni suo prodotto artistico rifiuti il concetto di limite, non solo nella dimensione ma soprattutto nell’uso di ogni materiale e dell’infinita ricchezza di risorse, ed è un viaggio attraverso allegorie, figure e forme che riflettono sull’identità, sulle vicende storiche e sui diversi pensieri filosofici.
Wenders compie un’opera eccezionale, le sue immagini di rara poesia non si sovrappongono al lavoro dell’artista ma lo amplificano interpretandolo. Non è un caso che il regista sia a sua volta uno sperimentatore delle arti. Particolarmente sensibile all’architettura, Wenders possiede infatti un back-ground artistico avendo studiato pittura a Parigi e lavorato come incisore in un atelier di Montmartre ed è anche un fotografo molto bravo. Così dichiara in un’intervista a proposito del suo amore per la pittura «Sono un grande appassionato di Kaspar Friedrich, come pure di Turner. Sono stato a Londra apposta per vedere alcuni suoi quadri. Ma per un cineasta non esiste altri che Vermeer. È il solo a darti l’idea che i suoi quadri potrebbero cominciare a muoversi».
Una splendida colonna sonora curata da Leonard Kussner accompagna le suggestive immagini in 3D.