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Microcritiche / I molti volti del padre della Bomba

29 Agosto 2023
di Ghisi Grütter

OPPENHEIMER – Film di Christopher Nolan. Con Cillian Murphy, Emili Blunt, Robert Downey Jr, Matt Damon, Rami Malek, Tom Conti, Gary Oldman, Florence Plugh, Benny Safdie Michael Angarano, Kennetth Branagh, Dane DeHaan, Matthew Modine, Dylan Arnold, Olli Haaskivi, Jason Clarke, USA 2023. Musiche di Ludwig Göranson, Fotografia di Hoythe van Htythema.

È stato organizzato un gran battage pubblicitario che ha preceduto l’uscita in Italia di “Oppenheimer” a fine agosto. Lo stesso regista inglese ne ha scritto la sceneggiatura ispirandosi al libro premio Pulitzer 2006 di Kai Bird e Martin J. Sherwin, “Oppenheimer. Trionfo e caduta dell’inventore della bomba atomica”. Data la lunghezza della pellicola e lo spessore storico trattato secondo me sarebbe stato meglio vedere il film separato in due parti o come mini-serie in tre puntate su Netflix o altra piattaforma.
In tal modo si sarebbe potuto dare ampio respiro alla prima parte, quella della formazione di Julius Robert Oppenheimer che nel film risulta un po’ affrettata e difficile da seguire. Nato a New York nel 1904, figlio di immigrati ebrei tedeschi, Oppenheimer (aveva un fratello minore anch’esso fisico) ha studiato ad Harvard prima Chimica poi Fisica e ha continuato le sue ricerche in università europee presso Cambridge UK, Gottinga in Germania, Leda in Olanda e Zurigo. In questa fase ha avuto modo di conoscere molti grandi scienziati come ad esempio Niels Bohr e Wolfgang Pauli.
Tornato negli Stati Uniti insegnò fisica teorica in California sia alla Berkeley University che allo Caltech Institute of Technology, e gettò le basi teoriche sulle ultime fasi dei processi stellari, ipotizzando l’esistenza di stelle di neutroni e buchi neri.
Grazie alle sue doti, alla capacità di sintesi, intuizione e abilità organizzative, nel 1942 il governo degli Stati Uniti lo chiamò a dirigere il progetto Manhattan. Oppenheimer si circondò dei migliori fisici nucleari del mondo, costituendo il gruppo di ricerca più importante che sia mai esistito nella storia della scienza. Inizia contrastando la Germania di Hitler, finisce con un nuovo antagonista sulla scena europea (e non): la Russia sovietica.
Da qui inizia la parte più importante del film: ricerche, sperimentazioni, entusiasmi da parte dei ricercatori. Sospetti da parte di militari e di alcuni politici, dubbi, preoccupazioni e sensi di colpa proprio nel padre della bomba atomica di cui si rendeva conto del potere distruttivo che andavano creando.
Quindi nel Dopoguerra, dopo aver contribuito a vincerla, di fronte all’esito devastante dei bombardamenti a Hiroshima e Nagasaki (che non si vedono per fortuna), Oppenheimer si oppose alla costruzione delle bombe a idrogeno restando a favore di armi nucleari tattiche.
Le sue posizioni in antitesi a quelle della United State Air Force la cui componente prevalente era l’aviazione strategica, si scontrarono con le ambizioni di scienziati come l’ungherese naturalizzato statunitense Edward Teller e politici come il famigerato senatore repubblicano Joseph Mc Carthy che nel 1954 lo colpì con un’inchiesta al termine della quale gli fu vietato l’accesso ai segreti atomici poiché in passato aveva manifestato simpatie comuniste.
Il gruppo di scienziati con Einstein in testa lo riaccolsero nella comunità a braccia aperte e, nel giro di pochi mesi fu confermato nel ruolo di direttore e professore dell’Institute for Advanced Studies di Princeton, carica che mantenne fino alla morte.
Il film presenta un cast stellare, avrei imbarazzo a supporre a quante statuette 2024 possa essere nominato, sicuramente i due principali contendenti: Cillian Murphy (Oppenheimer) che regge benissimo tre ore di primo piano, ma anche Robert Downey Jr (Lewis Strauss) nella parte del villain.
Come ama fare Christopher Nolan – il cui obiettivo non era certo quello di fare un biopic – nelle sue narrazioni non lineari, inserisce attraverso il montaggio brani di vita di epoche diverse, con visioni in bianco e nero, incubi, realtà angosciose a colori. Assomma un ritratto intimo e intimista al senso spaziale del blockbuster così come lo ha ideato lui, per proporre un film impegnato e impegnativo.

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