Locale / Globale

relazioni politiche, dal quartiere al mondo

Scoprire i giardini romani e la loro storia. E prendersene cura

20 Agosto 2022
di Ghisi Grütter

William Turner, Monte Velino e campagna romana, acquerello, 1819

Il verde va di moda. In questi giorni ha fatto molto discutere l’incarico di un Laboratorio Roma 050, sulle periferie romane che l’attuale Sindaco di Roma ha dato all’architetto milanese Stefano Boeri, diventato famoso per aver proposto il verde in una facciata a Milano, cosa che i francesi (Patrick Blanc, Gille Clément) facevano già trent’anni fa.
Il primo incarico ufficiale del noto botanico Patrick Blanc, infatti, risale al 1986: il “muro vegetale” per la Cité des Sciences et de l’Industrie di Parigi, mentre la facciata del Musée du Quai Branly, su architettura di Jean Nouvel e finito nel 2005, rappresenta il suo lavoro di fama mondiale. Gilles Clément invece ama definirsi “giardiniere”, ma è noto come teorico del Terzo paesaggio. È il paesaggista delle piante spontanee, e inoculatore di biodiversità in spazi residuali in parchi e giardini. La sua ricerca scientifica e i suoi progetti sono legati a riflessioni politiche e filosofiche. Gli incarichi prestigiosi che ha ottenuto hanno sollecitato un grande interesse verso il suo lavoro e hanno stimolato riflessioni pluridisciplinari tra ecologia, paesaggio e ambiente.
L’importanza oggi del verde in Italia, e più in generale dell’”ambiente naturale”, è dimostrato anche dalla recente approvazione alla Camera di una proposta di legge (modifica art. 9 della Carta). Ecco il testo: «La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio storico e artistico della Nazione. Tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni. La legge dello stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali».
Ma cosa sappiamo noi del nostro verde a Roma? I parchi pubblici, i giardini storici e le aeree naturali protette sono oggi considerati “beni culturali” come un’area archeologica, una chiesa antica o un museo. Anch’essi sono sottoposti a tutela e hanno bisogno di restauro e manutenzione. Il Ministero della Cultura ha promosso una ricerca con l’obiettivo di ottenere una guida del patrimonio verde della capitale, di scoprire i residui dell’antichissime vegetazioni originarie e di illustrare la storia dei giardini attraverso alcuni esempi importanti.
All’interno della Collana ricerca e documentazione, è stato pubblicato il volume Giardini a Roma. Un nuovo modo per scoprire venti secoli di giardini romani: una raccolta di testi di vari studiosi del settore dal botanico all’architetto, dal cineasta all’urbanista con scritti di Francesco D’Asero, Gian Aldo Della Rocca (curatore), Bruno Filippo Lapadula, Francesca Lapadula, Marco Pistoia, Bruna Pollio, Gaia Flavia Zadra.
Tra i vari scritti mi interessa segnalarne alcuni: Paesaggio vegetale romano tra storia naturale e mito di Bruna Pollio, scava nell’antico, partendo da 20.000 anni fa arriva alla fondazione della città nel 753 a.C. in una fase climatica temperata che favorì poi la prosperità e l’espansione dell’Impero. Descrive il territorio romano dell’epoca come una vasta zona boscosa con querce del Celio e farnie dell’Esquilino, salici del Viminale e faggi del Fagutale; c’era, inoltre, l’area del Circo Massimo detta Vallis Myrtea per la presenza di mirti. Attraverso un dotto excursus storico delle presenze arboree e delle piantumazioni Pollio arriva a descrivere la situazione odierna del verde, non senza ricordare come i pittori del Gran Tour tra il Settecento e Ottocento abbiano immortalato la campagna romana nei loro quadri.
La stessa autrice insieme a Filippo Lapadula elabora il capitolo centrale del volume: Storia del giardino attraverso i giardini di Roma. Gli autori hanno selezionato alcuni importanti giardini della capitale di cui sono state fatte accurate descrizioni: Villa di Livia, Orto di S. Croce e chiostro di San Giovanni, Villa Medici (horti luculliani), Villa Celimontana (il giardino manierista), Villa Borghese (il giardino barocco), il Borgo Parrasio al Gianicolo (il giardino rococò), Villa Torlonia (il giardino all’inglese), il Cimitero acattolico (il giardino romantico), il parco Virgiliano (il giardino moderno), il Giardino delle cascate all’EUR (il giardino contemporaneo).
Una seconda parte del libro, introdotta da Marco Pistoia, si occupa invece dei giardini romani nel cinema, un’occasione per conoscere i luoghi del nostro patrimonio vegetale con attenzione a quelli dove sono stati girati film famosi. Fra i vari film che vengono citatati nel testo ne vorrei ricordare alcuni come Il Cavaliere misterioso di Riccardo Freda del 1948 (con Vittorio Gassman e Maria Mercader), Villa Borghese del 1953 (con sei episodi tutti girati a Villa Borghese,) e Racconti romani del 1955 (con Vittorio De Sica, Totò e Giovanna Ralli) entrambi diretti da Gianni Franciolini.
Più recenti invece, sono il triste e raffinato Il venditore di palloncini del 1974 di Mario Gariazzo e Sei donne per un assassino del 1964 di Mario Bava (con Eva Bartok, Cameron Mitchell), un thriller a Villa Sciarra. Sempre la stessa Villa è presente nei recentissimi Gianni e le donne di e con Gianni di Gregorio, del 2011, e in Tutto quello che vuoi (garbato film con Giuliano Montaldo e l’esordiente Andrea Carpenzano) di Francesco Bruni del 2017. Così scrivono i più giovani coautori del libro: Francesco D’Asero, che ha curato l’apparato iconografico, Francesca Lapadula che ha elaborato la schedatura dei film. Conclude un saggio di Gaia Flavia Zadra sul Festival del Verde e del Paesaggio che si tiene tutti gli anni all’Auditorium di Roma a metà maggio.
Spero proprio che questa meritoria pubblicazione possa stimolare le autorità locali e le istituzioni comunali preposte a occuparsi di questo straordinario patrimonio romano tristemente trascurato in questi ultimi anni. Che si prendano cura delle Ville urbane (Villa Ada e Villa Sciarra sono forse le maggiormente abbandonate), ripristinando un efficiente Ufficio-giardini. Questo dovrebbe vigilare sul decoro e sull’aspetto estetico di parchi e giardini, coordinare le relazioni con le Istituzioni, con gli Organi gestionali-amministrativi e di Polizia Locale dei vari Municipi e degli altri soggetti istituzionali nel territorio. Dovrebbe svolgere attività di monitoraggio e controllo delle condizioni del verde pubblico, degli arredi e dei manufatti dei vari territori di competenza, programmare e svolgere attività di manutenzione ordinaria e straordinaria del verde. Un Servizio-giardini efficiente dovrebbe collaborare e supportare le associazioni di volontariato, di cittadini, comitati di quartiere in iniziative e progetti di decoro, sicurezza e manutenzione del verde pubblico. Inoltre, importantissimo, dovrebbe curare la custodia dei beni mobili ed immobili in consegna.

Giardini a Roma. Un nuovo modo per scoprire venti secoli di giardini romani, Aracne, Roma 2022 (a cura di Gian Aldo Della Rocca)

Featuring Recent Posts WordPress Widget development by YD