Locale / Globale

relazioni politiche, dal quartiere al mondo

Tutta colpa di quell’omino rosso?

14 Gennaio 2022
di Letizia Paolozzi

Dopo le parole del presidente del Consiglio, Mario Draghi, alla conferenza stampa “riparatrice” nella quale avrebbe dovuto acchiappare il filo dalla matassa dei provvedimenti anti-Covid del Governo (che si fa in una classe dove un ragazzo è contagiato, l’altro con due dosi ma non il booster ha incontrato un positivo senza sintomi ed è stato esposto per più di quindici minuti? E chi controlla se nella metropolitana i viaggiatori possiedono il green pass o se sull’autobus portano la Ffp2?) è comparso sullo schermo televisivo degli italiani il ministro Roberto Speranza a ribadire che gli ospedali si affollano di no-vax.
Sollevando un’infografica con quattro omini colorati dal verde al rosso, il ministro intendeva dimostrare l’efficacia dei vaccini nel prevenire i ricoveri in terapia intensiva.
Lasciamo da parte l’obiezione che la grandezza degli omini dal piccolo al grande non rispecchierebbe le proporzioni dei numeri sottostanti. E trascuriamo – davvero così indispensabili negli speaach televisivi del governo? – gli accenti retorici.
L’omino grande, messo lì per annunciare che su una popolazione di centomila persone non vaccinate, 23,2 sono finite in terapia intensiva, si distingue per il colore rosso. Di vergogna? Di rabbia? Oppure, il rosso si addice a Belzebù, a quei frequentatori dell’inferno che trovate in certe pitture?
Ma la Delta e la variante Omicron corrono per il mondo con o senza la spinta dei supposti untori. Se in numerosi paesi di green pass e super green pass ne sanno poco o niente, l’Italia ci ha puntato impasticciando la protezione e la sicurezza in una sarabanda di quarantene fiduciarie, autosorveglianza, referti di tamponi, tamponi antigenici, molecolari, di ultima generazione, sierologici, salivari.
In alcuni momenti è stata presa a modello. Adesso si pensa di modificare i bollettini quotidiani sull’andamento della pandemia: censura o ripensamento sul modo in cui vengono comunicati i dati?
Il virus però non accenna a finire. Ha agguantato un altro Natale e un’altra Fine d’anno, con la sensazione che ormai non te lo scrolli dalle spalle. Fa effetto l’ostinatezza dei pazienti non vaccinati; il rifiuto delle terapie capaci di salvarli, le interviste di medici minacciati per avergli proposto un respiratore.
Secondo Erri De Luca questa forma di nihilismo “ha il fascino dell’annientamento e comporta un sentimento di superiorità”. Offrire il corpo in forma sacrificale esprime anche una fede intensa, il convincimento di una lotta che si gioca la vita contro il potere della tecnica e di big pharma per difendersi da qualsiasi intrusione.
Questo corpo così potente, così dispotico non ricorda più la fisicità della vicinanza, delle mani che si uniscono, delle facce che si sfiorano, delle relazioni che si tessono.
Sullo sfondo, il disinteresse sempre più rancoroso, sempre più accanito nei confronti della democrazia mentre la pandemia spinge lo Stato a apparecchiare uno spartito basato su regole e interdizioni; alcune giuste o giustificate, altre incomprensibili, farraginose, punitive.
D’altronde, i partiti che sostengono il governo sono tanti e bisogna – questo lo capisco – dare a ognuno qualche soddisfazione.
Ma l’aver delegato alle task force, ai comitati tecnico-scientifici, ai pareri dissonanti di virologi, immunologi, medici parte delle decisioni produce caos comunicativo.
Le trasformazioni sono violente. Segnano il lavoro, la situazione sociale, allargano il campo dei working poors; approfondiscono le diseguaglianze; producono sfiducia verso le organizzazioni politiche e sindacali; rifiutano gli strumenti di mediazione. Forse queste trasformazioni incidono sul “nihilismo “ dei no vax ma non rispondono alla debolezza della sanità, delle cure, delle terapie; alla crescita delle diseguaglianze nella scuola, all’insufficienza dei trasporti urbani, alle difficoltà che incontrano le donne, all’accoglienza negata agli immigrati, alla drammatica condizione dei detenuti.
A guardar bene, dubito che l’omino rosso dell’infografica possa caricarsi dei vuoti, dei ritardi, delle colpe della politica.

Featuring Recent Posts WordPress Widget development by YD