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Microcritiche / Mini-alloggi per un amor vago

30 Agosto 2019
di Ghisi Grütter

L’AMOUR FLOU: COME SEPARARSI E RESTARE AMICI – Film di Roman Bohringer e Philippe Rebbot. Con Roman Bohringer, Philippe Rebbot, Francia 2018. Fotografia di Bertrand Mouly musiche di Frédéric Bures, Arnaud Fleurent-Didier e Sébastien Martel-

L’amour flou: come separarsi e restare amici” è una commedia francese del 2018 e uscita solo in questi giorni nelle sale italiane. È un film urbano garbato e divertente, con una buona sceneggiatura e un’ottima interpretazione di entrambi attori e registi.
Siamo a Parigi dove una coppia di attori non più giovanissimi – Romane ha 44 anni e Philippe 53 – vivono insieme da una decina di anni, hanno due figli – Rose e Raul interpretati dai loro stessi figli -, ma non si amano più, anzi si sopportano a fatica. O almeno così entrambi raccontano alle rispettive psicoanaliste. Da almeno un anno non dormono più nello stesso letto e meditano una separazione. Completa il quadro familiare Lady, la di lui cagnetta basset-hound, mal tollerata da Romane.
Decidono pertanto di vendere la casa, ma sono preoccupati sia a far cambiare quartiere e scuola ai bambini sia ad allontanarsi troppo tra di loro. Accettano così una soluzione un po’ bizzarra prospettata da un agente immobiliare, e si comprano due appartamentini contigui in modo da essere sempre presenti con i figli. A tale scopo fanno buttare giù la parete divisoria in modo tale che la stanza dei figli diventerà comune tra i due appartamenti. Ogni giorno i ragazzi decideranno dove andare a fare colazione o dove cenare. A casa della mamma hanno la vasca da bagno, in quella del papà la doccia. Per contro, dalla madre hanno il terrazzo, mentre dal padre hanno la televisione al plasma.
Philippe è dotato di un notevole sense of humour, si dichiara un marxista- lennonista (da John Lennon), ma ha la sindrome di Peter Pan e, come rileva suo padre, è più «un amico dei suoi figli che il loro padre». Si diverte ancora ad andare in giro sullo skateboard a rotelle, con i capelli lunghi e il cappellino da baseball, si veste come un giovane barbone e talvolta gli piace spinellare con un suo amico, altrettanto strampalato, che vive in un barcone e che ogni tanto gli chiede ospitalità per una notte, in cambio di una fumata d’erba.
Romane sarebbe una persona più concreta se non fosse irrimediabilmente romantica e non sognasse ancora un principe azzurro che la faccia innamorare di nuovo, facendole rivivere le emozioni provate ormai molti anni prima. Ogni uomo nuovo che incontra le ispira un notevole desiderio sessuale, che per una serie di ragioni non riuscirà quasi mai a soddisfare – una volta perché è incappata in un giovane cagionevole, un’altra, invece in un gentile e simpatico gay e così via.
La descrizione dei personaggi della coppia è molto curata e ben studiata, mentre gli altri personaggi sono mostrati in forma caricaturale e un po’ stereotipati, come se fossero visti dalla coppia con la coda dell’occhio e non a tutto tondo. Sono “gli altri”. Le due psicoanaliste, presumibilmente di due scuole diverse, sono rappresentate come macchiette, così anche i rispettivi genitori/fratelli/sorelle, il maestro didattico un po’ repressivo, l’amico di Philippe che dopo il divorzio pensa solo al suo cagnetto, e le varie ragazze più giovani che incontrerà.
La storia è una vicenda contemporanea piuttosto attuale in una società dove le separazioni sembrano essere in aumento ogni giorno, e il film è considerato da alcuni critici post-ideologico, post-permissivo, post-politico, post-femminista. Le persone inserite nel film rappresentano una serie di tipologie-luoghi comuni di un gruppo liberal – una volta si sarebbe detto radical chic – medio-borghese parigino: dalla coppia gay con desiderio di maternità alla lesbica indecisa, ma anche al maestro elementare esperto di psicologia che insiste ossessivamente sull’importanza di tagliare i capelli al bambino.
Romane Bohringer e Philippe Rebbot scrivono, dirigono e interpretano, reinventando con umorismo e fotogenia la loro storia, utilizzando le loro famiglie reali come attori nel film, girando le scene nei loro veri luoghi.
Il film ha ottenuto due candidature al prestigioso premio Cesar del 2019.

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