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Microcritiche / Due Catherine da non perdere

4 Agosto 2017
di Ghisi Grütter

QUELLO CHE SO DI LEI – Film di Martin Provot. Con Catherine Frot, Catherine Deneuve, Olivier Gourmet, del 2016 –

“Sage femme”, titolo originale francese del film, racconta il rapporto tra due donne completamente diverse, un po’ cicala una e un po’ formica l’altra. Beatrice, la più anziana, ha avuto – ed ha ancora – una vita frivola, piena di emozioni, alla ricerca di soddisfare i propri piaceri: i soldi, il buon vino, il cibo succulento, il gioco d’azzardo e gli uomini. È una donna passionale, capricciosa ma anche generosa, che non si è mai fatta mancare nulla: vestiti, gioielli e corteggiatori. Una trentina di anni prima, è stata l’amante del padre di Claire la quale, invece è una donna tendenzialmente repressa che trova la maggior soddisfazione nello svolgere il suo lavoro: fa nascere bambini ogni giorno, essendo ostetrica. Il suo è un modo antico di rapportarsi col mondo della medicina, fatto di esperienza e di rapporto umano e amorevole con le pazienti. Claire abita e lavora a Mantes-la-Jolie, una piccola cittadina di 43.000 abitanti sulla riva della Senna, a nord di Parigi. Vive sola con un figlio – non è specificato da chi l’abbia avuto – che studia medicina ed è piuttosto assente, tutto preso dagli studi e da una nuova giovane fidanzata. È estremamente severa con se stessa e non si concede mai un momento di piacere, non beve e non fuma. Nei momenti di pausa dal lavoro va in bicicletta a coltivare il suo orto sulla riva del fiume di cui è proprietaria.
La differenza tra le due donne è sottolineata anche dagli ambienti urbani che denotano le due personalità: la più anziana è una donna “metropolitana” e cosmopolita, la più giovane, invece, è una donna perbene di provincia.
Beatrice, avendo saputo di essere malata di un tumore a cervello, ricerca le persone con cui ha avuto un rapporto più intenso ed essendo morto Antoine, il padre di Claire, riversa sulla figlia le sue richieste, ma anche le sue attenzioni. All’inizio Claire non ricambia affatto le manifestazioni affettive – ma anche critiche pungenti – della “matrigna” e getta via i suoi regali. Non riesce a perdonarle che le abbia portato via il padre (e il marito a sua madre) per poi abbandonarlo a sua volta, spingendolo in tal modo verso la disperazione.
La malattia di Beatrice richiede palesemente le attenzioni competenti di Claire che, essendo una persona sensibile e compassionevole, non riesce a sottrarsi all’accudimento. Così man mano le due donne, condividendo il dolore, iniziano a conoscersi e forse anche a piacersi. Alla fine Beatrice riuscirà a farla sorridere, a prendere tutto un po’ meno sul serio e a infondere una voglia di vivere in Claire, che si scioglierà poco a poco trovando anche un nuovo amore nella vita.
Le due bravissime attrici reggono la scena tutto il tempo e fanno dimenticare anche la lunghezza del film. Tra i fondatori del gruppo teatrale la Compagnie du Chapeau Rouge negli anni ’70, Catherine Frot dà un’ennesima prova della sua versatilità dopo averla apprezzata ne La cuoca del presidente del 2012 e in Marguerite del 2015, tanto per citarne due. Catherine Deneuve invecchiando mostra le sue qualità di interprete anche di personaggi variegati.
Martin Provot è un regista appassionato di figure femminili come, ad esempio il film “Violette” (la storia dell’incontro tra Viollette Leduc e Simone De Bauvoir) del 2015 e, con questo “Quello che so di lei” commovente, malinconico, ma anche divertente, ha voluto fare un delicato omaggio alla levatrice che l’ha salvato donandogli il suo sangue, oltre che aiutarlo a nascere.

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