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Microcritiche / La cattiva politica

1 Maggio 2017
di Ghisi Grütter

A CASA NOSTRA – CHE NOUS – Film di Lucas Belvaux. Con Émilie Duquenne, André Dussolier, Guillaume Gouix, Catherine Jacobe, del 2017-

Chez nous è un film franco-belga duro e, purtroppo, estremamente attuale. Il film mostra il populismo dei movimenti nazionalisti che fa leva sui malumori delle persone, sulle difficoltà economiche della gente, ma prevalentemente sul problema dell’immigrazione e dell’odio razziale.
Il regista belga Lucas Belvaux fa svolgere la vicenda a Hénard, una piccola cittadina del Pas-de-Calais, nel Nord della Francia al confine con il Belgio: una zona mineraria in un territorio già martoriato dall’ultima guerra mondiale (infatti, si cercano ancora le bombe inesplose). Hènard è una cittadina immaginaria molto probabilmente ispirata a Hénin-Baumont, un comune di 26.000 abitanti roccaforte del Front National.
La sinistra ha fallito, troppe chiacchiere e pochi fatti, i movimenti di destra trasmigrano nel neonato RNP – Fronte popolare che sembra raccogliere maggiormente il malcontento.
Agnés Dorgelle (interpretata da Catherine Jacobe troppo palesemente travestita da Marine Le Pen) decide si presentarsi come partito alle elezioni comunali ma è in cerca di una faccia nuova, pulita e perbene da presentare come candidata a Sindaco. Bisogna fare molta attenzione a chi si vanta troppo di non essere né di destra né di sinistra, perché alla fine nasconde facili qualunquismi e/o populismi pericolosi!
La scelta cadrà su Pauline Duhez (una bravissima Émilie Duquenne), una trentaseienne infermiera domiciliare con due figli che accudisce anche un padre malato, un ex operaio comunista. Nella cittadina tutti la conoscono e tutti la amano, Pauline è sempre disponibile ad aiutare giovani, anziani, donne, anche quelle musulmane alle quali dà inoltre consigli di vita. Phiippe Berthier (l’impeccabile André Dussolier), un influente medico della provincia che aveva curato per anni la madre di Pauline, la circuisce con chiacchiere e profferte; la lusinga e la persuade a candidarsi, nascondendole la vera natura xenofoba del partito.Pauline accetta l’offerta più per migliorare la vita della gente comune, che il proprio tenore di vita, ma non ha calcolato tutte le conseguenze.
La vita di Pauline nel frattempo ha già iniziato a cambiare perché ha rincontrato Stéphane Stankowiak (Guillaume Gouix), un suo vecchio amore dei sedici anni. Dolce e attento a lei e ai suoi figli, nasconde un’atroce verità: è un picchiatore naziskin che una volta era nel servizio d’ordine del Bloc Patriotique, il partito di destra cui faceva parte Berthier. Ma mentre Stéphane pratica la violenza assoluta e fisica, Berthier la camuffa sotto la politica e apparenti buone maniere.
L’ingenua Pauline che non si era mai occupata di politica e che aveva sempre e solo lavorato sodo nella vita, si trova, quindi, messa in mezzo da gente senza scrupoli in cui la menzogna è parte integrante della vita. Un devastante clima di violenza sotto varie declinazioni – perfino suo padre non la vorrà vedere mai più perché non vuole avere una figlia fascista – la avvolgerà fino a farla rinunciare a candidarsi. Di più non dico, nel film ci sono vari episodi che aggiungono motivazioni (ad es. il comportamento del figlio adolescente dell’amica di Pauline), ma non tolgono nulla alla morale del film che ci allerta contro i facili populismi che vogliono “restituire” la nazione ai “veri” connazionali.
Così dichiara il regista Lucas Belvaux in un’intervista: «Ho voluto fare un ritratto di quello che è oggi un partito populista, con un’analisi dei discorsi, delle strategie e del modo con cui riesce a conquistare gli elettori. A questo si aggiunge un secondo aspetto, che è quello che mi interessava maggiormente, e cioè vedere come un gruppo di estrema destra riesca a catturare consensi nelle classi più popolari. Paradossalmente, qui in Francia molti figli o nipoti di immigrati sono attratti da questi movimenti».
Émilie Duquenne, già Rosetta dei fratelli Dardennes del 1999 e Jennifer, la parrucchiera di Arras dello stesso Belvaux in Sarà il mio tipo? del 2014, conferma la sua bravura con l’abilità di una recitazione spontanea.

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