Pubblicato sul manifesto il 31 gennaio 2017-
Negli ultimi anni le edicole si sono trasformate in modo sempre più sorprendente per un ostinato compratore di giornali cartacei. Prima sono apparsi inserti che arricchivano la veste tradizionale dei quotidiani, poi si sono aggiunti libri e libretti, quindi le vecchie cassette audiovisive, poi intere collane enciclopediche, di arte, di letteratura, di filosofia, con tutta una coorte di CD di ogni genere di musica. Infine i prodotti “non giornale” e “non libri o riviste” si sono autonomizzati e moltiplicati. Per il pubblico dei bambini non bastano più fumetti e figurine, ma cresce un ricco parco di giocattoli di ogni tipo. Recentemente ho acquistato un modellino della Citroen DS 19 – l’automobile più bella del mondo – che riproduce i vecchi prodotti della Dinky Toys, oggetti tra i più intensamente desiderati della mia infanzia. Sulla scatoletta gialla c’è persino scritto “avec pare-brise” (pur essendo, ovviamente, made in China).
Ho appreso dal mio edicolante che tutta questa variopinta mercanzia contribuisce in effetti a equilibrare – almeno un po’ – la vistosa e costante perdita di entrate dovuta al calo delle copie dei giornali e di molte altre pubblicazioni periodiche.
L’altro giorno sono rimasto incantato per qualche attimo a osservare un piccolo scorpione immobilizzato in un lucente cubetto di vetro o plastica, pezzo forte di una promettente collezione di insetti discretamente mostruosi.
Per una di quelle coincidenze che ogni tanto ci colpiscono stavo contemporaneamente leggendo le Meditazioni sullo Scorpione di Sergio Solmi, nell’edizione economica da poco ripubblicata da Adelphi. La prosa che da il titolo alla raccolta, datata 1944-45, è un testo assai particolare. I piccoli scorpioni che Solmi ricorda in un luogo della memoria della propria infanzia – fonte di apprensione, fascino, paura, e anche oggetto di violenza sterminatrice – diventano simbolo e metafora di un’epoca e di aspetti fondamentali della vita. “Oggi le sue immense mandibole sembrano sgretolare di ora in ora il mondo: e noi vi ravvisiamo il volto più maturo e pensoso della guerra, la sua immensa perfetta struttura dove tutto confluisce, almeno potenzialmente, all’autodissolvimento”.
Lo Scorpione caccia e combatte, ma quando si vede circondato dal fuoco e capisce che la propria fine è ineluttabile, colpisce se stesso con l’aculeo velenoso. Ma in questa postura contraddittoria Solmi legge anche una energia positiva, un “inebriante movimento, cara vertigine di sentirci ancora fuggenti tra essere e non essere, estrema ventata di poesia”.
Mi sono chiesto se queste parole risuonano ancora in un passaggio difficile per il mondo come quello che stiamo vivendo. Se da una certa tendenza all’ ”autodissolvimento” di cui scorgiamo vari sintomi, possa nascere di rimbalzo una reazione vitale.
“Lo Scorpione – apprendiamo poi dal primo sito astrologico trovato in rete – è uno dei segni più intelligenti dello Zodiaco. Non si limita a essere un attento osservatore, in grado di fare una valutazione obiettiva, ma analizza tutti i dettagli e, se non capisce, agisce, stuzzica, mette alla prova e provoca per capire fino in fondo”. Potrebbe dunque essere qualcuno che ci aiuta nel momento del bisogno, quando prima di tutto è necessario comprendere ciò che si muove intorno a noi. Ma attenzione: “A volte questo lavorio cerebrale, può rivolgerglisi contro e può diventare egli stesso vittima delle sue proprie contorsioni mentali”.
Dopo un istante di esitazione non ho comprato quel piccolo Scorpione imprigionato nel vetro, ma le solite copie di giornale.