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Microcritiche / Una famiglia fuori fuoco

19 Dicembre 2016
di Ghisi GrUtter

imgres E’ SOLO LA FINE DEL MONDO – Film di Xavier Dolan. Con Gaspard Ulliel, Nathalie Baye, Vincent Cassel, Léa Seydoux, Marion Cotillard –

Il film E’ solo la fine del mondo è tratto da una pièce teatrale di Jean-Luc Lagarce, che Dolan ha lasciato palese nella sua strutturazione, lavorando prevalentemente con primi piani, le messe a fuoco e le sfocature.
La vicenda è ambientata nella casa di famiglia nella campagna del Quebec, in cui torna dopo dodici anni di assenza Louis, scrittore teatrale malato di Aids, con l’intenzione di comunicare a tutti la sua fine imminente. Louis (un intenso e sofferto Gaspard Ulliel) ritrova una famiglia tutta ripiegata su se stessa, ripetitiva e problematica, con difficili dinamiche tra i membri. Sarà spettatore di litigi intrecciati tra fratello e sorella, tra sorella e la madre, e tra il fratello e sua moglie.
La sua presenza di persona dolce, silenziosa, di pochissime parole – ma comunque autore di successo – scatena una serie di richieste e proiezioni da parte dei vari personaggi.
La sorella Suzanne (Léa Seydoux) mostra grande gioia nel rivederlo. È una ragazza come ce ne sono mille, che spinella, dice parolacce e risponde male alla madre, ma che non è riuscita ancora a realizzarsi e a spiccare il volo. Basti pensare che accetta di fare l’autista alla mamma per le sue compere pur di tenersi l’auto e poterci girare «Vorrei andare via – confessa a Louis – ma qui mi trovo bene…».
Il fratello maggiore Antoine (il bravo Vincent Cassel) soffre di complessi di inferiorità rispetto a Louis, non riesce a comunicare con nessuno dei componenti la sua famiglia, tratta male perfino la schiva moglie, e diventa aggressivo e scortese quando intuisce che la visita del fratello minore sarà brevissima. È pieno di rancore, gelosia e soffre il senso dell’abbandono.
Sua moglie Catherine (Marion Cotillard) è talmente timida e impacciata che non riesce a esprimersi e balbetta, sembrerebbe la meno intelligente di tutti ma forse lei ha intuito che qualcosa non va nel cognato. Ma il personaggio più bello è sicuramente la madre – quasi un’ossessione di tutti i film di Xavier Dolan – interpretata dalla bravissima Nathalie Baye, attrice teatrale molto amata in Francia, ben diretta da Dolan. È una figura ingombrante ma solare ed estremamente vitale che vede il bello in ogni cosa e in ogni persona, ama i suoi figli indistintamente al di là dei loro comportamenti, e alterna momenti di grande superficialità a momenti di attenzione e di acutezza.
In mezzo a battibecchi, uscite di scena e metaforiche porte sbattute, Louis non riuscirà né ad aprirsi né a comunicare nulla di sé, si sente investito impropriamente di un ruolo quasi paterno e rassicuratore nei confronti dei vari membri di famiglia e, controllando a stento le lacrime, lascia tutti per prendere il primo aereo.
Xavier Dolan è un giovanissimo regista canadese che a soli ventisette anni ha già diretto sei film intensi e importanti. In questo ha saputo mettere insieme un cast eccezionale, tutti formidabili attori. Presentato in concorso a Cannes nel maggio scorso E solo la fine del mondo ha ricevuto il Grand Prix Speciale della Giuria.

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