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relazioni politiche, dal quartiere al mondo

In una parola / Si Cura

22 Agosto 2015
di Alberto Leiss

Profughi nigeriani accolti con una festa a Stella, Comune del Savonese

Profughi nigeriani accolti con una festa a Stella, Comune del Savonese

pubblicato sul manifesto il 18 agosto 2015 –

Nelle chiacchiere in vacanza capita di parlare dell’annuncio di Renzi sulla prossima ri-abolizione della tassa sulla prima casa. Reazione imprevista di una simpatica zia emiliana: “A me invece non dispiace dare quello che pago sulla mia casa al Comune, perché è amministrato bene. Hanno il bilancio in pareggio e i servizi funzionano…”. Lo dice con l’orgoglio di chi parla di qualcosa che le appartiene.
Ritornando dalle ferie passo dalla sua casa e trovo il giornalino del Comune in questione, che è Castel Maggiore, vicino a Bologna. Mi attira il gioco di parole del titolo in copertina. Allude al tema della sicurezza (c’è anche un “inserto staccabile” con consigli e numeri utili): Castel Maggiore Si Cura. L’esigenza di sicurezza gridata mediaticamente ogni giorno con le peggiori suggestioni aggressive viene declinata in modo ben diverso: la città è sicura se sa prendersi cura di sé. Ci trovo anche la migliore risposta, indiretta, alle volgarità di giornata pronunciate da Salvini (si stenta a credere che il capo della Lega abbia parlato di genocidio degli italiani da parte degli immigrati).
Un articolo della sindaca Belinda Gottardi sulla festa della Repubblica, il 2 giugno, cita una frase di Arrigo Boldrini, il partigiano Bulow, capo della Resistenza, che da queste parti è ancora ricordato: “Vogliamo ribadire le nostre conquiste: la dignità dell’essere umano contro la barbarie, l’onestà morale, la libertà per tutti. Perché noi partigiani abbiamo combattuto per chi c’era, per chi non c’era e anche per chi era contro”. Una lezione – aggiunge la sindaca – di rigore morale, ma anche di umanità. Ragioni per le quali proprio il 2 giugno ha deciso di comunicare alla cittadinanza che Castel Maggiore “su iniziativa di una organizzazione non governativa, ha accolto 15 profughi nigeriani”.
Segue una lunga descrizione della drammatica situazione che sta vivendo quel lontano paese africano: gli attacchi sanguinari di Boko Haram che si susseguono da 13 anni. Ma prima ancora le attività estrattive che hanno “flagellato” il territorio con danni ambientali enormi. I suoi 177 milioni di abitanti hanno un’aspettativa di vita di 53 anni e per il 43% sono bambini e ragazzi con meno di 14 anni. Terrorismo e conflitti religiosi tra cristiani e musulmani hanno prodotto 1 milione e mezzo di sfollati. Insomma una “situazione esplosiva” causata dalla combinazione “di guerra e sfruttamento” dalla quale per molti “non resta che fuggire alla disperata ricerca di un avvenire”. E si citano le parole di uno dei profughi: “Ogni giorno mi sveglio pensando a come posso trovare cibo per i bambini, o farli tornare a scuola. Voglio avere indietro la vita che avevo prima. Vedo i miei quattro figli, ho paura del futuro. Non ho più niente”.
Accoglienza e solidarietà sembrano far parte della normalità di una piccola città (18 mila abitanti) che ci tiene all’ordine e alla sicurezza, ma che si cura anche coltivando la conoscenza di come va il mondo e i buoni sentimenti dei propri cittadini, ai quali ci si rivolge come a persone civili, non come a barbari schiumanti rabbia contro l’”invasore straniero”.
Naturalmente non so molto di come vanno davvero le cose nel Comune di Castel Maggiore. Governa una maggioranza di sinistra col Pd e Sel. I cui esponenti in altre parti del giornalino chiedono a Renzi maggiore attenzione per la vita impossibile dei comuni, una reale autonomia fiscale, con tasse locali che restino nella casse civiche, il potere di spendere i virtuosi avanzi di bilancio, paradossalmente bloccati dal Patto di Stabilità… Non andrebbero ascoltati?

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