Merci / Desideri

produrre e consumare tra pubblico e privato

The Pills e lo stereotipo Down

2 Marzo 2014
di Monica Luongo

Si può giocare sul politicamente scorretto a favore di una ragazza affetta da sindrome di Down? Incredibile ma sì si può, giocare sulla sessualità di chi è diversamente abile e farne un punto di forza. E l’operazione, se pubblica, diventa un successo.

The Pills è una video serie che spopola su Youtube e che è stata da qualche mese acquisita in produzione da Italia1. Luca Vecchi, Luigi Di Capua e Matteo Corradini sono autori e protagonisti, giovani adulti che vivono in un appartamento romano e fanno il verso spietato alla buona gioventù romana di sinistra. Il loro slang dialettale e sboccato è intraducibile all’impronta eppure sono visti in tutta Italia; si drogano, sono precari, non hanno soldi, però sono terrorizzati se una ragazza rimorchiata a caso ha una collezione segreta di scarpe Hogan (provocazione imperialista) o se rimangono due minuti senza connessione a Internet, se uno di loro riceve in regalo un libro di Fabio Volo. Fanno il verso alle serie tv americane e sono politicamente scorretti, scorrettissimi.

Badate bene: i ragazzi di The Pills non sono come Gianluca e suo padre, i protagonisti pure acclamatissimi de I soliti idioti (retrivi, volgari e maschilisti, non a caso adorati dal pubblico maschile di ogni età), sono piuttosto il ritratto fedele di come oggi i ragazzi e le ragazze stanno insieme nella quotidianità, nel sesso e nella politica; laddove le ragazze non si scandalizzano di fronte a nulla, ma sono sboccate come gli amici maschi, non si fanno scrupoli nelle relazioni e tengono testa a ogni assalto.

Non siamo certo le prime a parlare di loro, sono appunto un successo già acclarato. Ma nell’episodio La tipa wild  (http://youtu.be/IMq6IG29rRg) i the Pills hanno superato loro stessi e hanno fatto di più, con una abile operazione di sceneggiatura e regia sono passati da politicamente scorretto a una lezione di quella che viene chiamata la Corporate Social responsability (CSR) ovvero pubblicità sociale. I tre protagonisti si ritrovano nella cucina di casa dopo una notte di fuoco in discoteca e uno di loro si dichiara innamorato dopo una notte di sesso furibondo. Invano gli altri due cercano di spiegargli che la ragazza è affetta da sindrome di Down e che lui ha preso un tragico abbaglio: a lui non frega nulla, la vuole, ha perso la testa e la cerca. Pochi istanti dopo lo ritroviamo al parco su una panchina mentre aspetta la ragazza della sera prima. Che arriva e frettolosamente e con poche superficiali parole – proprio come succede a volte con gli uomini – gli spiega che non se ne fa niente, che lui è tanto carino ma è solo il passatempo di una notte, “una botta e via” e “scusa se vado ma ho la smart in doppia fila”.

E’ il ribaltamento repentino di uno stereotipo collaudato: non si scherza con i Down ma non si fa nemmeno sesso con loro. The Pills non solo ci scherza e su e pesantemente ma lo fa perché la ragazza è una di loro, una rimorchiata in discoteca, che si prende la libertà come le altre donne di concedersi una avventura di una notte su un piano di assoluta parità (nei titoli di coda i ringraziamenti a lei, alla famiglia, alla associazione che li ha aiutati nella realizzazione del video). Bravi.

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