Storie / Corsivi

racconti di persone, polemiche ad personam

Una maturità “differente”

21 Giugno 2012
di Monica Luongo

Ci avrebbe fatto più piacere vedere la traccia relativa all’emancipazione femminile tra quelle della prima prova degli esami di maturità che si stanno svolgendo da ieri. L’avrei visto bene il tema, accanto ad Hannah Arendt e al quadro di Pollock che suggeriva l’ispirazione di una delle tracce. Ma questa volta mi accontento anche del fatto che una traccia che riguarda i progressi femminili sia apparsa da mani ministeriali (seconda prova per gli Istituti Professionali per i Servizi Sociali) la cui proposizione era: “Illustra i momenti e i fatti salienti che hanno caratterizzato il processo di emancipazione femminile nel nostro paese”.

E domani leggeremo opinioni illustri e dotti svolgimenti, storiche/i e femministe saranno scomodate per dire la loro sull’emancipazione delle donne e su tutto quello che c’è ancora da fare e vegliare, anche se la traccia sembra essere squisitamente storica, qualcosa si sarebbe potuto infilare per portare il discorso all’oggi.

Non preoccupatevi, non svolgerò il tema su questo sito. Vorrei piuttosto augurarmi che in un futuro molto vicino a questa traccia i programmi scolastici di storia letteratura, arte e quant’altro conquistino realmente un’ottica di genere nella scelta dei testi e degli autori che accompagnano ragazze e ragazzi nei loro anni di liceo. Oppure che non vengano affidate (le scelte “di genere”) a pochi docenti volenterosi: piuttosto che assistere al vuoto pneumatico della cultura femminile che ho visto negli anni della scuola di mio figlio e dei suoi amici, imporrei la quota nei programmi didattici. Nell’ultimo anno dei programmi di licei che non sono il classico o lo scientifico, sono scomparse persino le povere Grazia Deledda e Matilde Serao, a cui era affidato il compito di tenere alta la bandiera della cultura al femminile (scusate, aggiungo Marie Curie), anche di fronte a scelte “rivoluzionarie” come la menzione del Gruppo ’63 tra gli ultimi autori studiati. E’ chiaro che non si tratta di tagliare A a favore di B, ma di cominciare a vedere il mondo per quello che è – fatto di donne e uomini e molto di più – anche nelle aule delle scuole nazionali.

Speriamo che questa flebile traccia porti fortuna ai prossimi studenti.

 

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