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Microcritiche/ Che vita, Lacan

27 Febbraio 2012
di Alberto Leiss

Jacques-Alain Miller “Vita di Lacan”, Quodlibet Studio 2011

“L’autobiografia è sempre una autofinzione”. Lo è anche una biografia? Tanto più che – Lacan dixit – “il servilismo appartiene al biografo in quanto tale”. Premessa destrutturante per la “Vita di Lacan” scritta dal super-allievo (e parente) Miller. Ecco un breve testo che si autonega e produce alcuni bagliori concettuali e annedottici (a beneficio – dice il sottotitolo – dell’opinione pubblica illuminata). Lacan non voleva mai fermarsi al rosso dei semafori. Ululava terribilmente se i camerieri lo ignoravano al bar. “Un uomo in ribellione contro l’universale è in una posizione non senza affinità con quella delle donne”. Era particolarmente insopportabile per quel che un tempo si definiva lo spirito piccolo borghese. E oggi su Google si scopre che “La piccola borghesia” è una linea di pret-à-porter glamour.

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