Mostrare immagini su uno schermo a qualcuno che non le ha mai viste è una esperienza unica. Sembra impossibile a quelli come noi che ormai rincorrono le nuove tecnologie, che riesce difficile ricordare cosa abbiamo provato quando abbiamo visto il nostro volto riprodotto in video o in fotografia (anche perché eravamo davvero piccoli). Isabella Ferrari, Laura Carraro e Ketta Grazia sono le tre esperte della Cooperazione Italiana che hanno fatto questa esperienza in Kenya, portando film e non solo in giro per il paese in questi ultimi tre mesi.
Il progetto non è nuovo, anzi è uno dei fiori all’occhiello della cooperazione Italiana, realizzato negli anni in alcuni paesi africani tra cui anche Mozambico e Senegal. Già partire con una piccola carovana e pochi attrezzi essenziali alla proiezione e viaggiare su strade sterrate per montare uno schermo e proiettare film sarebbe da solo un gran bel lavoro. I film sono in realtà diventati negli anni il supporto per promuovere campagne di educazione socio-sanitaria, coinvolgendo attivamente le istituzioni nazionali e locali, che prendono parte al progetto: le campagne sono infatti state realizzate in collaborazione con il Ministero per l’Informazione e Comunicazioni del Kenya (Dipartimento per l’informazione), con il l’approvazione del Programma nazionale per il controllo dell’HIV/AIDS (NASCOP) del Ministero della salute locale e del Consiglio nazionale per il controllo dell’HIV/AIDS (NACC) e con il contributo di alcune ONG italiane e locali. Nel 2011 il “tour” ha concentrato i propri sforzi sui diritti e sulla protezione dei minori.
A supportare le tre signore impegnate sul campo (compito non facile, se includono gli aspetti organizzativi e logistici in aree remote e prive di servizi) alcuni componenti dell’Unità di Cinema Mobile del Ministero dell’Informazione e dai ragazzi della ONG Cultural Video Foundation, che hanno la responsabilità degli aspetti più tecnici della produzione dei documentari e della realizzazione delle proiezioni. Il compito più delicato della sensibilizzazione è invece svolto grazie alla collaborazione con le ONG Legal Resource Foundation e Child Helpline Kenya 116 – il telefono azzurro nazionale- insieme ai rappresentanti del Ministero del Genere e Minori a livello locale (i Children Officers).
Pochi numeri per avere un’idea del successo dell’operazione:in tre mesi 8000 persone di ogni età in 13 distretti hanno partecipato alle giornate di CinemaArena. In ogni villaggio sono stati realizzati filmati e interviste, incontri nelle scuole con alunni e professori. Il lavoro sul campo di Isabella, Laura e Ketta non è facile, il progetto ha molti anni ma è la prima volta che tre donne vengono mandate in giro senza colleghi uomini: questo significa ripensare le relazioni sul terreno, mediare con capi villaggio e funzionari locali, avvicinare le donne per affrontare temi delicati, non dimenticare mai il rapporto stretto con gli attori sociali locali con cui scambiare e trasferire esperienze. Un gran lavoro che andrebbe raccontato anche in Italia per essere apprezzato come merita.