È l’ultimo giorno della mia prima campagna elettorale da candidata: nel Lazio, nel listino di Emma Bonino per Sinistra Ecologia Libertà. Una campagna che mi spinge a dire con più forza di prima che votare per cambiare è necessario. Cambiare la politica, screditata da un intero anno di scandali, rivelazioni, quel mare gelatinoso di melma e fango che si è riversato sul paese e ha invaso le menti e i cuori di noi tutti.
Anche noi donne e uomini di sinistra.
Ho dedicato quasi tutto il mio tempo in questa campagna a parlare con le persone più sfiduciate, quelle che vedono soprattutto il disastro, che hanno esaurito le risorse della speranza, o che si sentono totalmente estranee, come tante donne e ancor più i giovani.
Sono convinta che sollevarsi, dal fango e dalla melma, si può.
È vero che scandaloso non è solo il Presidente del consiglio, che la passione per il potere ha contagiato tante aree della sinistra, anche per questo sempre più sfrantumata. Eppure cambiare si può, avviene.
Avviene in Puglia, dove Nichi Vendola ha mostrato che il cambiamento è una pratica, un’esperienza reale, non le promesse fumose di una sinistra sognatrice. L’importante è avere un’idea chiara, per esempio che l’acqua è un bene pubblico, non una risorsa su cui alcuni si possono arricchire. Idee chiare e relazioni forti con i gruppi, gli attivisti, le persone che su questo hanno accumulato esperienza, sapere, vita. Così si possono fare accordi, trascinare altri. Senza perdersi, senza perdere l’anima.
Può avvenire, il cambiamento, qui nel Lazio, con una candidata presidente come Emma Bonino. Conosco Emma da molto tempo, ci siamo incontrate su battaglie comuni anche se abbiamo esperienze e storie diverse. So bene della diffidenza nei suoi confronti di tanti e tante di sinistra. Io so che ci si può fidare di lei, leale come in politica è raro vedere, soprattutto quando si è abituati a pensare che “superiori ragioni” possano giustificare tutto, anche tradimenti e voltafaccia.
Non solo: legalità, trasparenza sono gli indispensabili mattoni di base per ridare senso a una politica, a una democrazia sempre più opaca per i cittadini. Un piccolo segno di cambiamento è anche che in un gruppo che scommette sul futuro, come Sinistra Ecologia Libertà, sia possibile candidare una donna come me, femminista, mai coinvolta finora nella politica istituzionale.
È una scommessa in cui ho fiducia, ci sono donne (soprattutto) e uomini che ne sono garanzia e speranza. A cominciare dalla scelta di Emma Bonino ad autocandidarsi, una spinta ad accettare questa sfida, questa donna che non si è mai detta femminista ma che ha sempre portato nella politica la cura e l’attenzione di una donna.
I cambiamenti non succedono da soli. Bisogna fortemente volerli, agire con la determinazione necessaria per renderli possibile. Nessuno può aprirci la strada al cambiamento se non noi stessi. Per questo è indispensabile votare, nel Lazio, come altrove. Non per liberarci da Berlusconi, non solo, in fondo è un obiettivo necessario ma limitato: per cambiare la politica.
Perché è grande il dramma dell’Italia. Di fronte un uomo che vuole tutto il potere per sé, come in democrazia non è possibile, non c’è opposizione, i partiti non ci sono più, non hanno più nessuna forza. La lotta è condotta dai media. Il più grande evento della campagna elettorale di opposizione, Raiperunanotte, è totalmente mediatico. Per fortuna, certo.
Eppure grande è il rischio di sentirsi pubblico, senza responsabilità, spettatori passivi di una scena che non ci riguarda. Senza vedere che è in gioco la propria vita. Non si può avere il potere di cambiare la qualità e le sorti del proprio lavoro – operaio, precario, autonomo, clandestino – se non si agisce insieme, in prima persona. Singoli e singole che hanno a cuore il proprio destino.
A poche ore dal voto spero che non ci siano più dubbi che è necessario votare. Silvio Berlusconi userà ogni minuto disponibile per ripetere le sue menzogne. Diciamo di no, raccontiamo la nostra, di storia. Andiamo a votare, per costruire un’altra vita.