Rosa / Nero

uomini e donne nella cronaca di tutti i giorni

Indignati speciali e sfide femminili

19 Febbraio 2010
Pubblicato il 17 gennaio su "Europa"
di Franca Fossati

“Donne-tangente”, “signorine-cadeau”, “bustarelle in carne e ossa”: l’indignazione di Gad Lerner (Repubblica, 12 febbraio) per gli impegni erotici della Protezione civile è virulenta e tonante. Non ci sono attenuanti per “i puttanieri della nuova classe dirigente italiana”, per la loro “arroganza”, “inadeguatezza culturale”, misoginia. Ed è irrilevante che questo squallido paesaggio emerga da una pratica spregiudicata delle intercettazioni e dal cinico uso delle stesse per far vendere i giornali e aumentare l’audience dei programmi tv. Anzi, sollevare questo problema non è altro che “rituale litania” nel “tentativo di liquidare la compravendita dei corpi alla stregua di un hobby rilassante”.
Sono contente le donne, le femministe in particolare, di trovare in Repubblica e nei suoi editorialisti paladini tanto focosi?
Certo non lo è Lucetta Scaraffia che su Il Riformista (13 febbraio) parla di un ruolo, quello di difensore delle donne, “a costo zero e di sicuro effetto”, che si dimentica che “le giovani e belle ragazze che entrano in questo gioco di scambi sono libere di farlo”, “sono attrici libere e responsabili di questo sistema di corruzione”. Non è quindi una forma di “maschilismo giornalistico” anche trattare le donne, quelle donne, “come bambole prive di volontà”?
Qualche giorno prima Il Manifesto (9 febbraio) aveva pubblicato la lettera di un gruppo di cittadine milanesi rivolta a quei “noti quotidiani italiani” che avevano denunciato il rischio di un “salto all’indietro” delle donne, ricacciate “in un vecchio ruolo di oggetti sessuali del papi di turno”. Ebbene, scrivono, chiediamo che sia usata “la stessa fermezza e indignazione” spesa per il sexygate, per Joy e Helen e per le altre donne rinchiuse nel Cie (Centro di identificazione ed espulsione) di via Corelli.
Chi sono Joy e Helen?
Due migranti nigeriane arrestate con altri la scorsa estate per la rivolta nel Cie, che hanno avuto il coraggio di denunciare in tribunale l’Ispettore Capo di quel Centro per tentato stupro e che ora rischiano di tornare “nelle mani degli stessi aguzzini”.
Da qualunque lato si voglia guardare la situazione si vede una classe dirigente sempre più screditata, l’autorità maschile che va “sfarinandosi”. Per questo sono così enfatizzate le sfide elettorali tra donne, come nel Lazio e in Umbria? Ne parla Letizia Paolozzi sul sito donnealtri.it, mentre è un giornalista maschio, Marco Ferrante, a dedicare un’ampia inchiesta al potere femminile dentro la CGIL (Il Riformista, 14 febbraio). Al congresso di quel sindacato sono donne infatti le principali concorrenti al posto di Segretario generale.

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