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relazioni politiche, dal quartiere al mondo

Lettera a Casini sul caso Vendola

2 Gennaio 2010

Caro Presidente Casini

forse è per lei insolito ricevere una lettera da parte di un gruppo di donne, molto diverse tra loro, alcune impegnate nelle forze del centro sinistra altre fuori dai partiti. Lo facciamo in forza della nostra passione per la politica e della nostra contrarietà nei confronti di un metodo politico basato su rapporti strumentali e non sul valore delle relazioni tra uomini e donne.
E perché dal suo atteggiamento trae origine questa vicenda assurda e incomprensibile ai più.
Ci siamo decise a scriverle sperando di riuscire a conoscere i perchè della ostinata chiusura, espressa da lei e dal suo partito, alla ricandidatura di Niky Vendola alla presidenza della Regione Puglia. Per la verità, non solo del suo partito si tratta giacché anche l’ IdV e il Pd continuano a dire un No con poche o nessuna motivazione.
Al sud le giunte regionali di diverso colore sono da circa quindici anni un buco nero, incapaci di governare il territorio (urbanistica, trasporti), far rispettare la legalità (abusivismo, rifiuti, reti idriche),fornire servizi alle famiglie, ai giovani e alle imprese. Potremmo dire della Campania, della Calabria, dell’Abruzzo, della Sicilia ma ci fermiamo alla Puglia.
Dai rapporti che abbiamo,politici e privati, e dalle personali esperienze in quella Regione, a noi risulta che in questi cinque anni sia stata governata bene, specie in alcuni settori. Vogliamo ricordare tra le molte cose la tutela dell’acqua come bene pubblico, il primato nella produzione di energie rinnovabili, il sostegno alla stabilizzazione dei giovani precari e alle famiglie, le politiche verso le piccole imprese. Esempi di un buon governo che fa leva sul coinvolgimento dei cittadini,sconfiggendo la tendenza alla passività sempre in agguato.
Ovviamente lei può dare un giudizio affatto diverso dal nostro su come è stata governata la Puglia. Ma non può prescindere né dai contenuti del governo, né dal consenso sociale che una Giunta ha raccolto nel proprio territorio. Noi non abbiamo sentito sue critiche di merito sull’ operato della Giunta pugliese. Lei ha affermato solo più e più volte che Vendola non va bene. E basta. Allo stesso modo, cioè senza alcuna motivazione politica, ad altri ha detto sì.
In mancanza di un giudizio di merito ci chiediamo, e le chiediamo, su quali criteri poggino queste diverse valutazioni.
Noi pensiamo che c’è differenza tra un voto chiesto e dato in ragione di relazioni politiche, cercate e costruite con i cittadini a partire dalle esperienze e dalle idee ( e misurando con le primarie, e non con investiture popolari, la forza dei candidati), ed un voto chiesto e dato come delega in ragione di un patto tra questo e quel leader. Patto nel quale l’unica cosa che conta è una alleanza costruita per vincere.
In effetti mentre poco o nulla sappiamo dall’informazione corrente circa accordi o dissensi sui contenuti politici di possibili programmi di governo siamo quotidianamente informate/i sullo stato dei rapporti tra un gruppo ristretto di dirigenti. Quasi tutti uomini.
Ci è del tutto chiaro che questo è un metodo sbagliato che chiama in causa lei, l ‘Idv e il gruppo dirigente del Pd nella costruzione di arbitraggi decisi a tavolino. Tutto ciò non produce buoni risultati. Né per ottenere consensi, né per governare.
Lei, presidente Casini, pare non avvertire alcuna esigenza di motivare la sua posizione. Noi sapremmo dire quali sono le cose che della sua politica non ci convincono. Alcune di noi non apprezzano la visione che della vita e della morte ha il suo partito e che si è manifestata in vari momenti (dalla Legge sulla procreazione, al testamento biologico, agli stessi temi dell’interruzione della gravidanza e dei diritti civili), altre non concordano con la scelta di ritorno al nucleare, o sulla scuola e la formazione.
Viceversa ci hanno interessato le sue posizioni di rispetto sostanziale della Costituzione. In particolare a favore di una democrazia parlamentare, del ruolo del Presidente della Repubblica, o sulla riforma della legge elettorale.
Lei ha anche affermato che in Puglia Emiliano potrebbe avere il vostro appoggio. Ci sorprende molto che un politico, con autentica esperienza e sensibilità per le istituzioni, non si preoccupi dell’effetto negativo che avrebbero le dimissioni di un sindaco appena eletto. Un segnale del tutto irrispettoso verso l’istituzione stessa e i cittadini che lo hanno eletto.
La stessa cosa varrebbe per il Lazio se si dovesse tornare a votare per la Provincia di Roma. Ancora di più ci sorprende che un Consiglio Regionale sia pronto a votare- perlomeno questo è ciò che leggiamo sui giornali-una legge ad personam che permetterebbe al sindaco Emiliano di candidarsi senza doversi dimettere.
Chiudiamo questa nostra lettera rilanciandole la domanda che nessuno le ha rivolto (come non è stata rivolta in queste settimane all’IdV e al Pd): se dal punto di vista della cultura di governo, delle cose fatte, del consenso sociale Vendola ha indubbi meriti perchè non dovrebbe essere ricandidato?
Ci aspettiamo da lei un giudizio politico e la stessa franchezza che abbiamo cercato di usare noi in questa lettera aperta. Ci auguriamo che anche altre e altri, nei prossimi giorni, abbiano la stessa curiosità nostra di discuterne apertamente con lei e con quanti hanno a cuore le sorti della politica.

Cordialmente

Fulvia Bandoli
Maria Luisa Boccia
Elettra Deiana
Laura Gallucci
Letizia Paolozzi
Isabella Peretti
Bianca Pomeranzi
Bia Sarasini
Rosetta Stella
Stefania Vulterini

Roma 7 gennaio 2010

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