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Se per nascere non servirà più un padre

7 Febbraio 2008
di Silvia Neonato

I padri rischiano di diventare superflui, biologicamente irrilevanti, figure inesistenti. Accanto ad amazzoni solitarie. Scienziati britannici hanno infatti annunciato di aver messo a punto una tecnica per “trasformare” le cellule del midollo osseo della donna in spermatozoi, con ciò tagliando fuori l’uomo dal processo del concepimento.
I maschi (e non solo loro, a dire la verità) avevano già avuto la loro crisi di identità per via della provetta e della donazione eterologa di sperma. Ma questo è un colpo molto più basso, anche se per ora la tecnica è stata sperimentata solo sui soliti topi: per avere successo con gli umani ci vorranno, pare, cinque anni.

Lo studio, pubblicato sulla rivista New Scientist e firmato da alcuni ricercatori della Newcastle upon Tyne University, è stato ripreso nella versione online del quotidiano britannico Daily Mail del 30 gennaio. La tecnica usa le staminali, ossia le “cellule bambine” in grado di trasformarsi in qualunque altro tipo di cellula: i ricercatori intendono prelevare staminali dal midollo osseo di donne donatrici per poi “trasformarle” in sperma attraverso l’utilizzo di vitamine e sostanze chimiche.
Il biologo Karim Nayernia, della Newcastle University, che ha già richiesto i permessi necessari, è pronto, dice, a partire «entro due mesi». Nayernia, che ha appunto sperimentato sui topi, sostiene che “sperma femminile” a uno stadio iniziale potrà essere prodotto entro due anni, mentre si potrà arrivare a produrre sperma “maturo” , cioè in grado di fertilizzare un ovulo, entro cinque anni. Secondo gli scienziati questa tecnica innovativa potrà portare a nuovi trattamenti per la cura dell’infertilità.
Le polemiche impazzano: in questo modo si apre la strada ad un futuro di bambini concepiti interamente con metodi artificiali . Quanto agli uomini sarebbero totalmente esclusi dal processo di creazione della vita. E le donne? Già sole, per inevitabile necessità, di fronte alla scelta di interrompere una gravidanza che nessuno può imporre loro, ora rischiano di non condividere neppure concepimento e gravidanza.
La prospettiva di una gravidanza in solitudine, ancora di più di quanto già succeda a tante donne nel mondo, non è allettante. Ma qual è la ragione che ha spinto gli scienziati a voler concepire bambini senza l’apporto dell’uomo?
È una tecnica innovativa che potrà portare a nuovi trattamenti per la cura dell’infertilità, rispondono. Inoltre così si creerebbero le condizioni per permettere alle coppie lesbiche, di avere bambini biologicamente “propri”. La prudenza è d’obbligo: siamo alle fasi iniziali, saranno necessari anni prima di arrivare a un impiego pratico. E poi c’è anche il rischio che bambini nati da tali tecniche possano presentare seri problemi di salute, come si è verificato – pare – nei topi impiegati nelle sperimentazioni.
L’esperimento ha un altro limite non da poco, tra l’altro: un eventuale utilizzo dello sperma prodotto da donne permetterebbe la nascita solo di femmine, poiché allo “sperma femminile” mancherebbe il cromosoma Y.
«Tutto è possibile ma l’annuncio che ricercatori britannici sarebbero pronti a trasformare in spermatozoi le cellule staminali del midollo osseo di donne, mi lascia molto, molto perplesso», commenta lo specialista Giulio Cossu, istologo all’Università di Milano ed esperto di staminali.
«Se c’è una cosa veramente difficile dal punto di vista scientifico – ha spiegato – è poter arrivare a generare uno spermatozoo partendo da una cellula “normale”, come è una cellula staminale. Si tratta infatti di un processo molto più complesso rispetto, ad esempio, alla creazione di una cellula uovo. Con le staminali del midollo osseo oggi si è arrivati a produrre cellule del sangue e con moltissima difficoltà si riesce a trasformarle in altri tipi di cellule. Una ragione in più per dubitare dell’effettiva possibilità di arrivare a produrre spermatozoi dalle staminali del midollo osseo della donna».
Ma le sfide in campo di procreazione non sono finite. I ricercatori del Butantan Institute in Brasile, rende noto sempre il Daily Mail, affermano di aver trasformato cellule staminali embrionali di topi maschi sia in sperma che in ovuli. Bugie? Fantascienza? Delirio? No, secondo i ricercatori inglesi.
Ma restano gli interrogativi rispetto a un’eventuale, futura applicazione di tecniche come quelle annunciate: avremo figli senza madre o senza papà, non orfani, né fatti in provetta, questa sarà una nuova categoria. Più probabile, per ora, pare di capire, la possibilità per le donne di produrre “sperma maschile” dal proprio midollo: ecco così create le nuove donne “madre-padre” e i nuovi figli geneticamente modificati.

Questo articolo è uscito anche sul Secolo XIX

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