Rosa / Nero

uomini e donne nella cronaca di tutti i giorni

Storia e politica, passione per soli uomini?

16 Novembre 2007
di Letizia Paolozzi

Non è la prima volta e non sarà l’ultima.
La Fondazione della Camera dei deputati organizza un convegno su “Giorgio Amendola: Sinistra, Repubblica, Europa”. Collaborazione al convegno del Comitato per le celebrazioni del centenario della nascita di Giorgio Amendola che per le proprie iniziative ha ricevuto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica ed il Patrocinio della Presidenza del Senato, della presidenza della Camera dei deputati, della presidenza del Consiglio dei ministri e del Ministero per i beni e le attività culturali. Da Bertinotti a Casini, Cervetti, Cafagna, Galasso, de Giovanni, Andreotti, Benvenuto Cossutta ecc. Tavola rotonda: Amato, De Mita, Fassino, La Malfa, Macaluso. Modera Stefano Folli. Molti uomini, un solo intervento femminile.
La Fondazione Italianieuropei discute di Riforma elettorale: una sfida per la politica. Relazioni introduttive Sartori e Ceccanti. Interventi tutti di uomini.
Altro piano, ma appunto sempre la stessa storia. Sul “Novecento italiano“, in nove lezioni magistrali, un programma ispirato dalla casa editrice Laterza che ha già suscitato polemiche politico-storiografiche (Massimo Teodori sul Foglio). Parleranno storici, studiosi di Scienza della politica, sociologi. Rigorosamente di sesso maschile. E badate bene che Laterza ha pubblicato nel tempo una storia delle donne assai importante.
Dunque, spettacolo rigorosamente monosessuato, tale da confermare l’idea che nei luoghi della politica – e anche del’accademia – le relazioni di affidamento, di amicizia, di potere siano esclusivamente maschili.
Certo, buona educazione estetica e simbolica dovrebbe lavorare alla presenza dei due sessi. Tuttavia, qualche spruzzo di presenza femminile non risolve il problema. D’altronde, forse gli uomini non escludono l’altro sesso per misoginia o discriminazione o machismo. Ma per una forma di cieca autoreferenzialità. E magari anche perchè spesso di donne interessate a frequentare quei palchi, seminari, tavole rotonde, panel, non se ne trovano. Questa assenza (non si vorrà certo una “quota” femminile per legge anche nei convegni… ) è probabilmente una critica che andrebbe letta con maggiore attenzione. Anche da quante si fanno paladine delle “donne che non ci sono“.

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