Rosa / Nero

uomini e donne nella cronaca di tutti i giorni

Come è difficile vedere le donne

16 Luglio 2023
di Letizia Paolozzi

“Con la denuncia la donna sa di andare incontro a un sacco di guai proprio perché dovrà dimostrare di non essere consenziente, cosa difficile vista la mancanza di testimoni e anche per le abitudini mentali dei giudici e dei suoi contemporanei che metteranno la sua parola alla stregua di quella dello stupratore”.
Non poteva descrivere meglio Dacia Maraini (sul “Corriere della Sera” dell’11 luglio 2023) “le abitudini mentali” di alcuni giudici, per esempio quelle espresse nella motivazione della Corte d’Assise – sei giudici popolari più due togati – che lasciano, in special modo le donne, avvilite e disorientate.
Certo, non mi intendo di ordinamento giuridico né di organi giurisdizionali ma, più del mancato ergastolo (non è stata ravvisata premeditazione né le aggravanti dei futili motivi e della crudeltà) e della condanna a trenta anni per Davide Fontana, la mia reazione è dipesa dal messaggio, un messaggio che sembra ispirato da una malintesa immagine delle donne.
Per la Corte di Assise di Busto Arsizio, Davide Fontana “si rese conto che ormai, dopo averlo in qualche misura usato Carol Maltesi si stava allontanando da lui, scaricandolo”.
Con quale strumento avranno misurato che un uomo di quarantaquattro anni sia stato “usato” da una ragazza di ventisei che sì, intendeva distaccarsi da lui?
Ma Davide Fontana “l’amava perdutamente” e dunque ne “dipendeva sostanzialmente poiché gli aveva permesso di vincere la sostanziale solitudine in cui si consumava in precedenza”. Perciò l’uccide a martellate (tredici) e con una coltellata alla gola; taglia a pezzi il corpo della “perdutamente” amata; ne conserva i pezzi in un freezer; cerca di bruciarli in un barbecue. Non ci riesce, scaraventa il corpo della “giovane e disinibita” in un burrone.
La motivazione della Corte d’Assise è scritta con un linguaggio volto all’indietro nel delineare una relazione tra uomo e donna che non tiene conto dei cambiamenti intervenuti nel rapporto tra i sessi e insieme nell’accennare alla stigmatizzazione nemmeno tanto velata (“disinibita”) dell’autonomia femminile.
Faticoso dare riconoscimento alla scelta femminile.
E difficile evitare di mettere in dubbio la credibilità della vittima, basandosi sulla sua condotta o sui tempi della denuncia. Dovrebbero gli uomini che spesso si pronunciano stando sulla scena illuminata del potere almeno contare fino a dieci prima di contestare la parola femminile.
Invece, la colpevolizzazione della vittima è tornata all’ordine del giorno con il caso che vede coinvolto il figlio del presidente del Senato, Ignazio La Russa. È stata la premier Giorgia Meloni a prendere le distanze dal presidente del Senato, solidarizzando con la ragazza che ha denunciato: “Io non sarei intervenuta”. Bisogna crederle nonostante in questa fase difficile per il dibattito sulla giustizia e le posizioni diverse che si agitano nella maggioranza, potrebbe contemporaneamente al suo definirsi donna-madre-underdog, aver voluto ribadire chi ha il comando nella coalizione di destra-centro.
Ma la montagna da scalare riguarda proprio l’accettazione dell’esistenza delle donne.
In provincia di Firenze, secondo la ricostruzione delle indagini della Polizia postale, sembra siano state abusate due dodicenni in una festa di Capodanno. Ventiquattro i minorenni indagati, in quattro accusati di violenza sessuale. L’azione è stata ripresa, esibita sui social. Effetti psicologici della pandemia sugli adolescenti, spirito imitativo nel branco, tecnologie cattive consigliere, inadeguatezza della scuola, fragilità delle famiglie, valori sempre più labili, crisi della società, sciame di cavallette?
Nel fare la denuncia alla Polizia postale la madre di uno dei ragazzi indagati, che aveva scoperto il video controllando il cellulare del figlio, ha detto che “una storia del genere non va per niente bene”.
In effetti non va bene perché l’uomo pretende che la donna corrisponda all’immagine che coltiva di lei. Se la donna sgarra ne discende violenza, violazione del corpo e della mente femminile, abuso, disistima, sfiducia. La cancellazione di un sesso sembra ricomparire quando meno te l’aspetti.
Ma se di queste notizie si riempiono le cronache, se una madre denuncia il figlio, e Meloni prende le distanze dal presidente del Senato, è perché il cambiamento – protagoniste le donne – è già avvenuto.

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