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Microcritiche / Parigi anni ’80 nel privato di una donna

23 Aprile 2023
di Ghisi Grütter

I PASSEGGERI DELLA NOTTE – Film di Mikaël Hers. Con Charlotte Gainsbourg, Emmanuelle Béart, Noée Abita, Quito Rayon-Richter, Megan Northam, Thibault Vinçon, Ophélia Kolb, France 2022. Musiche Anton Sanko, fotografia di Sébastien Buchmann.

Il film è ambientato negli anni 80 a Parigi e si apre con le immagini di repertorio della gente in strada nel 1981, dopo che François Mitterrand è stato appena eletto Presidente della Repubblica, primo Presidente socialista della Quinta Repubblica.
Hers racconta la storia dell’emancipazione di una donna (ben interpretata da Charlotte Gainsbourg) che, lasciata dal marito, rimane sola con due figli adolescenti da crescere: Matthias e Judith (interpretati da Quito Rayon-Richter e Megan Northam). Élisabeth non aveva mai lavorato in maniera continuativa, è fragile emotivamente e non si sente mai all’altezza delle situazioni. Élisabeth è anche una madre – come ce ne sono tante – che non sa cosa sia il maternage, ma invece usa i figli come “stampelle”, specialmente nel momento che rimane sola. Sono addirittura i figli che la sostengono psicologicamente, che ne promuovono i tentativi di trovare lavoro, che ne approvano i fidanzati… A ruoli ribaltati la figlia diciottenne Judith le chiede: «Com’è andata la tua prima giornata di lavoro?». Judith troppo bene è cresciuta in quel milieu, è solida, è impegnata politicamente a sinistra e va a vivere con le compagne in una specie di comune: «Fisse siamo quattro, ma possiamo arrivare anche a dieci» risponde al fratello che le chiedeva in quante persone dividevano l’appartamento.
Il Quartiere-scenario è Beaugrenelle, nel XV arrondisment e l’ambiente è il piccolo-medio borghese. Di quegli anni ’80 sembra però non succedere più nulla, socialmente o politicamente, perché tutto è letto in in chiave intimista nel microcosmo familiare: si capisce solo che all’epoca tutti fumavano tanto (e non solo sigarette) e circolava la droga.
I passeggeri della notte” è un film lento dove non succede mai niente di particolare, molto francese, tenuto in piedi dalla bravura della Gainsbourg, i vestiti in sette anni anni sono sempre gli stessi e anche Parigi non sembrerebbe aver subito grandi modifiche.
Ma che fine ha fatto la grandeur delle Grandi Opere mitterandiane (il Grand Louvre, il Parc de la Villette, l’Opéra Bastille, la Grande Arche de la Défense, la Cité de la Musique e la Grande Bibliothèque de France ecc.)? Dov’è tutto ciò che ha dato un nuovo volto alla capitale francese?
Il contesto è totalmente ignorato perché il film è incentrato prevalentemente sui sentimenti privati di Élisabeth, una donna nata e cresciuta a La Rochelle che ha già sconfitto un cancro al seno. Alla ricerca di un lavoro qualsiasi, dopo qualche insuccesso, viene assunta come centralinista in un programma radiofonico notturno (che si chiama appunto Les Pasegers de la Nuit), dove gli ascoltatori telefonano per parlare di sé e dei propri problemi. Lei stessa, soffrendo di insonnia, è un’ascoltatrice attenta del programma di Radio France, diretto da Vanda Dorval (interpretata da Emmanuelle Béart), donna manager energica ma comprensiva.
In tale circostanza Élisabeth conosce Talulah, una bellissima giovane un po’ sbandata e vagabonda, che adora il cinema. La invita a stare a casa sua dove suo figlio Matthias se ne innamora.
Il film sembra un po’ costruito a tavolino, vi sono inseriti alcuni ingredienti in modo piuttosto artificiale. Ad esempio quando i ragazzi vanno al cinema danno un film di Éric Rohmer (un caso?), Le notti della luna piena con Pascale Ogier e un giovane Fabrice Luchini. Sicuramente Mikaël Hers, essendo nato nel 1975, si è formato su quei film e ce lo vuole dire.
Il regista inframezza alle riprese prevalentemente dell’interno nell’appartamento con finestrone svetrate scorrevoli, brani urbani di repertorio ripescati negli archivi televisivi ma ciò non basta per creare un’atmosfera che, almeno per ragioni di età, lui non ha potuto conoscere bene.

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