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Microcritiche / Benvenuto il Bernstein di Spielberg

24 Gennaio 2022
di Ghisi Grütter

WEST SIDE STORY – Film di Stephen Spielberg. Con Ansel Elgort, Rachel Zegler, Ariana DeBose, David Alvarez, Rita Moreno, Brian d’Arcy James, Corey Stoll, Mike Faist, Josh Andrés Rivera, USA 2021. Sceneggiatura di Tony Kushner, coreografie di Justin Peck, fotografia di Janusz Kaminski. Durata 156 minuti –

Sappiamo tutti che Steven Spielberg ama i musicals e che questo remake di “West Side Story” – che vinse dieci Oscar 1962 – lo ha dedicato a suo padre; sembra che entrambi i genitori ne fossero appassionati.
La vicenda narrata è l’attualizzazione dell’amore sfortunato e contrastato di Giulietta e Romeo. Siamo a Manhattan nel 1957, nell’Upper West Side attorno a Lincoln Plaza, dove in quegli anni stavano demolendo i vecchi palazzi per iniziare a costruire gli attuali edifici per la musica (Lincoln Center voluto dall’urbanista Robert Moses) – il Metropolitan Opera House e l’Avery Fisher Hall . Infatti nella prima inquadratura si vede la wrecking ball al lavoro.
Scritto da Arthur Laurents e Stephen Sondheim con musiche di Leonard Bernstein nel 1957 il musical ebbe un enorme successo sia a Broadway sia nella versione cinematografica di Jerome Robbins e Robert Wise del 1961.
Leonard Bernstein è stato un grande maestro, compositore e direttore d’orchestra. Nelle sue variegate composizioni musicali ha cercato di creare una musica autenticamente americana ispirandosi da un lato al jazz, dall’altro alle sue matrici ebraiche, sommate alla sua profonda conoscenza del mondo classico. È stato inoltre il primo a capire l’importanza persuasiva dei nuovi mezzi di comunicazione visiva: le sue lezioni televisive sono state basilari per la formazione di schiere di musicisti e di appassionati di musica.
Ma vediamo la storia del film. Gang giovanili di piccoli delinquenti si contendono il predominio sul territorio (una palestra, un cortile di cemento, due marciapiedi) e si scontrano in nome dell’odio razziale. I Jets (i nativi americani) e gli Sharks (i portoricani) si provocano a vicenda, non perdono occasione per fronteggiarsi, entrambi gruppi pieni di orgoglio.
Bernardo (David Alvarez) fa il pugile ed è il leader degli Shark, ha una bellissima sorella diciottenne chiamata Maria (Rachel Zegler), e una fidanzata di nome Anita (Ariana DeBose) che fa la sarta. Mentre Bernardo vive con il sogno di ritornare a Portorico, la sorella si è bene integrata a New York e già lavora in un negozio.
Riff (Mike Faist) invece, è il leader dei Jets e ha per amico del cuore Tony (Ansel Elgort), appena uscito dalla prigione dopo un anno di detenzione. Tony si sente cambiato e non vorrebbe più partecipare ai bullismi di quartiere, ma Riff sa essere insistente e convincente. Così Tony andrà alla festa da ballo nella scuola (una bellissima scena con i balletti delle bande rivali) dove conoscerà Maria e tra i due scatterà un coup-de foudre, che diventerà immediatamente un grande amore reciproco: «Quiero vivir contigo para siempre».
Pensando a Shakespeare il resto è prevedibile: balconi, baci sulle scale antincendio e scontri vari, mostreranno le conseguenze infauste del razzismo e della smania di potere. La polizia è connivente con il Potere (edilizio e immobiliare), è repressiva e controproducente.
Nella versione di Spielberg è sottolineato il lato politico e sociale: la città di New York è protagonista assoluta e insieme spettatrice impotente delle violenze perpetuate sul suo suolo e sui suoi abitanti. Stephen Sondheim, autore del musical, ha fatto una consulenza nella fase di riscrittura della sceneggiatura da parte di Tony Kushner e nelle nuove registrazioni musicali.
Nuova è anche la figura di Valentina creata ad hoc per Rita Moreno, produttore esecutivo di questo film e famosa interprete di Anita nel film del 1961.
Belle sono le varie scene che sottolineano le difficoltà fisiche di incontro tra i due innamorat: reti da scavalcare, fossi da attraversare, scale da salire; tutti ostacoli da abbattere. Suggestive le riprese con le ombre allungate e quelle dall’alto legate da un montaggio rapido incessante.
Come sempre Spielberg confeziona un prodotto perfetto: un cast di giovanissimi molto bravi nelle parti. Strepitosi sono Anita e Bernardo interpretati da Ariana DeBose e David Alvarez. Brava l’orchestra e i cantanti anche se io ho sempre nelle orecchie l’indimenticabile versione del 1984 con José Carreras e Kiri Te Kanawa diretta dallo stesso Bernstein.
Il film ha già ottenuto premi candidature: tre premi ai Golden Globe (miglior regia a Steven Spielberg, miglior attrice non protagonista ad Adriana DeBose, miglior film brillante, miglior attrice in un film brillante ad Ariana DeBose), 9 candidature ai Critics Choice Award, ha ottenuto una candidatura a Screen Actor Guild Awards 2022, 2 candidature a National Society Film Critics Awards, ed è stato premiato a American Film Institute Awards come film dell’anno. “West Side Story” parte in pole position per gli Oscar di quest’anno.

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