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Microcritiche / Il profumo dell’amicizia

30 Giugno 2021
di Ghisi Grütter

I PROFUMI DI MADAME WALBERG – Film di Grégory Magne. Con Emmanuelle Devos, Grégory Montel, Sergei Lòpez, Zelie Rixhon, Pauline Moulène, Francia 2019. Musica di Gaëtan Russell –

La storia del rapporto difficile e controverso tra un autista e il suo “trasportato” non è nuova e ha trovato molte interpretazioni sullo schermo. In un film recente di Peter Farrelly l’estroverso e un po’ rozzo italo-americano Tony Vallelonga (Viggo Mortensen) guidava l’auto del raffinato e istruito pianista afroamericano Donald Shirley (Mahershala Alì), portandolo in tournée in vari Stati d’America, agli inizi degli anni ‘60. “Green Book”, il titolo del film, era tratto da una storia vera e ha vinto tre Oscar 2019: miglior film, miglior attore non protagonista, migliore sceneggiatura originale.
Un altro girato nel 1989 sul difficile rapporto tra guidato e guidatore è “A spasso con Daisy” di Bruce Beresford, in cui la bisbetica padrona interpretata da Jessica Tandy man mano si scioglieva fino a diventare amica del suo autista interpretato da Morgan Freeman. Anche questo film ha vinto quattro Premi Oscar (film, attrice protagonista, sceneggiatura e trucco).
Per ricordare più in generale il rapporto tra “padrone” e dipendente si può citare anche “L’insopportabile Tess” del 1994 di Hugh Wilson in cui Shirley McLaine, ex First-Lady, faceva impazzire la sua giovane guardia del corpo Nicolas Cage. E che dire poi di “Quasi amici” di Olivier Nakache e Éric Toledano del 2011 sulla storia tra il tetraplegico Philippe e il suo badante Driss?
Ne “I profumi di M.me Walberg” l’ennesima acida e bisbetica signora (anzi «signorina» ci tiene a precisare) un po’ âgée maltratta il suo autista, tutta presa dal suo mestiere di “naso” che, in passato, le ha dato notorietà e successo nel confezionare profumi. Qualche anno prima però, Anne Walberg (Emmanuelle Devos) aveva perso l’olfatto per alcuni mesi, cosa che le era costata il contratto con una prestigiosa casa di moda americana e compromesso la sua affidabilità.
Guillarme Favre (Grégory Montel), invece, è un autista sfigato: prende multe salate quando guida e gli rimangono pochissimi punti della patente. Dietro una corazza di uomo rude e dedito al lavoro si rivela un animo tenero e gentile. Divorziato da poco, Guillarme vive in un monolocale di 24 mq. – «sono quasi 25» ribadisce lui al giudice – per cui non gli affidano la figlia (Zelie Rixhon) per una settimana consecutiva perché non ha spazio abitativo sufficiente per due persone. Lui, pertanto ha bisogno di guadagnare per potersi permettere l’affitto di un appartamento un po’ più grande. Gli viene quindi assegnata una nuova cliente: una talentuosa creatrice di profumi la cui abilità nel costruire e identificare i profumi sembra essere pari al suo egocentrismo.
Guillaume scopre nel mestiere di Anne un lavoro del tutto nuovo quando l’accompagna dentro un‘umida grotta dell’epoca Paleolitica, nel Sud della Francia, perché lei è stata incaricata di riprodurre le essenze per una replica della stessa grotta. Durante uno di questi viaggi a cena in un ristorante Anne identifica i cinque componenti principali del profumo della cameriera (J’Adore di Christian Dior). Guillaume è sbalordito dalla sua abilità e lei gli confida di essere stata lei stessa a “creare quel profumo”. Incuriositosi, comincia a prestare attenzione agli aromi e scopre di avere anche lui una discreta sensibilità agli odori.
Anche se vive sola Anne, inconsciamente, desidererebbe avere più contatti sociali. Coinvolge Guillaume a partecipare con lei alla festa di compleanno della sua agente Jeanne (Pauline Moulène).
Una sera poi – fatto del tutto eccezionale perché è astemia – M.me Walberg trascorre una notte in un bar a bere e si sveglia la mattina di nuovo senza senso dell’olfatto. Guillaume dovrà quindi aiutarla a identificare gli odori essendo stata incaricata dai proprietari di alcune fabbriche in Alsazia, a ovviare agli odori fastidiosi che hanno fatto protestare i residenti. Senza voler troppo entrare nei dettagli, si può capire che, una volta crollate le false certezze, tra Anne e Guillerme nascerà un rapporto di amicizia fatto di scambi e di aiuto reciproco che darà sicurezza a entrambi per affrontare il resto della vita.
Il film “Perfumes” (titolo in originale), dunque, racconta la storia due solitudini che sono apparentemente incompatibili poi, man mano, dopo gli inevitabili screzi, i protagonisti imparano a conoscersi e ad apprezzarsi.
La fotografia è notevole e anche qui vige una contraddizione: Grégory Magne alterna alla grigia metropoli e alle autostrade, degli splendidi panorami di campagna francese. Gli attori sono bravi, peccato però che il ritmo del film è un po’ lento e che la regia si perda un po’ troppo nei dettagli delle boccette di profumo.
“I profumi di M.me Walberg” è stato premiato al Festival Internazionale del film di Saint-Jean-de-Luz del 2019.

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