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relazioni politiche, dal quartiere al mondo

In una parola / Mes Mes1 Mes2

10 Dicembre 2020
di Alberto Leiss

Pubblicato sul manifesto l’8 dicembre 2020 –

I media dicono che domani, mercoledì 9 dicembre, il governo potrebbe addirittura cadere se venisse a mancare la maggioranza nel voto sulla relazione che il premier Conte farà in Parlamento sulla riforma del Mes (Meccanismo europeo di stabilità, altrimenti e confidenzialmente detto “salva stati”), che sarà discussa e a sua volta votata il giorno successivo nella riunione del Consiglio europeo (che comprende i 27 capi di Stato dell’Unione europea).
Ma sarà vero?
Il presidente del consiglio si mostra sicuro: “Il governo non cadrà” ha titolato a grandi caratteri La Repubblica di domenica scorsa una lunga intervista a Conte. In fondo non si tratta di decidere l’applicazione effettiva del “meccanismo europeo” – dice lui – ma solo di dare il via libera a modifiche del funzionamento (non chiedete di spiegarle qui in poche righe) elaborate anche col contributo dell’Italia.
Ma il punto è che su quella paroletta – che è quantomeno una i bina, giacchè Mes indica non solo la meccanica generale con cui l’Europa potrebbe assistere, in modo molto occhiuto, crisi finanziarie nazionali e anche bancarie, ma pure la possibilità di un forte prestito a tassi favorevoli per investimenti nella sanità (non ce ne sarebbe in effetti bisogno?) – si gioca una partita politica piuttosto astrusa.
I grillini sono contrarissimi al Mes1 e al Mes2.
Il Pd è favorevole a tutti e due.
La destra è divisa: Salvini e Meloni sono anti-Mes a tutto campo. Forza Italia sarebbe favorevole a entrambi i Mes, ma improvvisamente ha annunciato voto contrario domani, diciamo sul Mes1, suscitando malumori nei suoi gruppi. Ma come, dicono gli scontenti, abbiamo appena votato lo “scostamento di bilancio” (aumento del debito pubblico) tutti quanti insieme alla maggioranza, anche per fare una bella figura in Europa, e ora diamo addosso a una faccenda importante proprio per la coesione europea?
Altri malumori serpeggiano tra i grillini, perché sembrava che fosse operante una specie di accordo col Pd: noi non vi tormentiamo più per convincervi a sostenere il Mes2 (prestiti per la sanità) ma voi votate disciplinatamente ciò che dirà Conte (non è forse anche il “vostro” premier?) sul Mes1. E infatti molti grillini voteranno sì, domani, ma una pattuglia dissidente a consistenza variabile annuncia il no. E giacchè non sembrano prevedibili “soccorsi” da Forza Italia, effettivamente la maggioranza potrebbe non essere raggiunta.
Inoltre le bandiere incrociate in casa di Grillo più che sul misterioso contenuto effettivo del Mes1, sembrano sventolare a fini di lotta politica interna, dopo gli Stati generali del movimento, che non è ancora chiaro – almeno a chi scrive – che cosa effettivamente abbiano statuito.
Qualcosa di complicato e forse insidioso stanno anche apparecchiando gli uomini e le donne di Italia Viva (il partito di Renzi), ma non ricordo più se su Mes1 e Mes2 o sulla strana vicenda della “governance” per realizzare il Recovery Plan, cioè spendere i soldi buoni (a differenza di quelli targati Mes) che dovrebbero arrivare dall’Europa per sanare i danni della pandemia.
A proposito, la paroletta, in un’ottica per l’appunto europea e poliglotta può avere anche altri significati. Una sigla credo importante è Manufacturing Execution System, relativa a sistemi di produzione industriale più efficienti (all’incirca). In spagnolo indica semplicemente il mese, la dodicesima parte di un anno. In olandese significa minacciosamente coltello. Esiste poi un Medical Estetic Space (& Beauty Longue) a cui non vorrei fare pubblicità.
L’elenco potrebbe arricchire un po’ il linguaggio della politica che sembra, in un momento così difficile, alquanto povero e oscuro?

PS: la maggioranza sul Mes1 ha poi retto (nonostante varie defezioni grilline). Ma Renzi ha insistito nella polemica sulla “governance” del Recovery Plan, e si riparla di una prossima crisi….

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