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Microcritiche / La fragile Marx in lotta tra sfruttati e punk rock

20 Settembre 2020
di Ghisi Grütter

MISS MARX – Film di Susanna Nicchiarelli. Con Romola Garai, Patrick Kennedy, John Gordon Sinclair, Felicity Montagu, Karina Fernandez, Emma Cunniffe, George Arrendell, Philip Gröning, Italia Belgio 2020. Costumi di Massimo Cantini Parrini, scenografia di Alessandro Vannucci con Igor Gabriel, fotografia di Crystel Fournier –

Eleonor Marx, figlia del più noto Karl e di Jenny von Westphalen, sembrava destinata a vivere “prendendosi cura” degli altri: del padre, con cui lavorava anche, della madre, della sorella malata Jenny e del figlio di lei dopo la sua morte… Alla tenera età di 28 anni, alla morte del padre, Eleanor, detta Tussy, decise finalmente di prendersi cura di se stessa sia come persona pensante e politicamente impegnata, sia come donna nella sua vita privata.
Eleanor (interpretata da Romola Garai) era la figlia minore di Karl Marx (Philip Gröning), nata nel 1855 a Londra quando la famiglia aveva già errato in varie parti dell’Europa. La loro situazione economica era sempre instabile, spesso aiutati da Friederich Engels (John Gordon Sinclair) nei periodi peggiori. Tussy – così Eleanor veniva chiamata in famiglia – mostrò fin da piccola un grande interesse per la letteratura e il teatro era la sua passione, forse sognava di diventare attrice. Infatti, anni dopo con il suo fidanzato Edward Alling, una volta misero in scena una versione da lei tradotta di Casa di bambola di Ibsen, dove lei interpretò Nora e lui Torvald, e Georg Bernard Shaw (amico di Eleanor), la parte di Krogstad.
Tussy, inoltre, conosceva bene varie lingue e tradusse in inglese anche opere di Flaubert, tra cui Madame Bovary, che fece naturalmente scandalo nella borghesia londinese. Ovviamente era molto interessata anche alla politica ed era in stretta amicizia con i collaboratori del padre, da Engels a Liebknecht.
S’innamorò, subito dopo la morte del padre, di Edward Aveling (Patrick Kennedy), uno scrittore anche lui nel Movimento, con il quale decise di convivere sfidando le convenzioni dell’epoca: lui era già sposato ma la moglie non gli avrebbe mai concesso il divorzio. Legati dal credo politico Eleanor ed Edward intraprendono un lungo viaggio, finanziato dal partito comunista germanico, in America dove avranno modo di osservere lo sfruttamento in fabbrica degli operai, delle donne, dei bambini. Questa sarà la battaglia di Miss Marx: difendere i diritti degli oppressi attraverso comizi e incontri.
Credo che ciò che Susanna Nicchiarelli ha voluto mettere in evidenza in questo film è la fragilità femminile di una donna pur impegnata politicamente e con grandi convinzioni ideologiche. Ha ben sottolineato le contraddizioni che spesso convivono tra la testa e il cuore, tra la razionalità e le emozioni. Quante donne volitive e determinate (quelle cosiddette “in gamba”) abbiamo conosciuto che poi si fanno raggirare da uomini seduttivi, infantili e spesso bugiardi ed infedeli?
La regista mostra lo scrittore Aveling come un amante galante e pieno di attenzioni, ma pieno anche di debiti perché non aveva assolutamente il senso del denaro. Fumava oppio e poltriva in salotto, quando non era in viaggio. Anche gli altri esempi maschili presentati nel film sono persone moralmente discutibili: Eleanor scopre che nonostante le appassionate lettere di amore per sua madre Jenny, Marx aveva fatto un figlio con Lenchen, (Felicity Montagu) la fidata domestica che viveva con loro sotto lo stesso tetto, facendolo invece riconoscere da Friedrich Engels. Mentre Paul Lafargue (George Arrendell) – il marito di Laura Marx (Emma Cunniffe), sorella maggiore di Eleonor, – un giornalista socialista francese nato a Santiago de Cuba, dopo la prigione si era ritirato in campagna a coltivare la terra e allevare animali, abbandonando ogni impegno politico.
Romola Garai è molto brava nel donare a Eleonor uno sguardo compassionevole sempre un po’ triste e dolente, anche nei momenti di felicità. Del resto vive in un mondo dove le donne sono chiaramente infelici e, come afferma lei stessa: «costantemente espropriate della propria dignità di esseri umani esattamente come i lavoratori sono espropriati del loro essere produttori».
Molto bella è la ricostruzione ambientale, il clima ottocentesco inframezzato da foto di repertorio in bianco e nero. Splendidi i costumi di Massimo Cantini Parrini. Le scelte musicali di Nicchiarelli sono composite – un po’ come aveva fatto Sofia Coppola con la sua “Marie Antoinette” – da un lato il gruppo indie torinese anni ‘90 Gatto Ciliegia contro il Grande Freddo, dall’altro – a mio avviso meno convincente – i pezzi punk rock dei Downtown Boys sul finale.
Così afferma Susanna Nicchiarelli: «La storia di Eleanor mi ha dato l’opportunità di esplorare temi incredibilmente contemporanei in un contesto d’epoca, ma ho ritenuto necessario capovolgere i cliché del dramma in costume. Ho cercato di sovvertire l’immagine dell’eroina vittoriana e sostituirla con quella emblematica e moderna di una donna che combatte sul fronte personale e pubblico. Credo che la storia di Eleanor richieda di essere raccontata con una delicata ironia: la sua vita sentimentale fu assurda e tragica, i suoi guai condivisibili anche per le donne di oggi. Ma questa storia richiede anche un profondo rispetto: le battaglie di Eleanor e dei suoi compagni risultano più che mai attuali ed urgenti, oggi come ieri».
Il film “Miss Marx” è stato presentato in concorso alla 77a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia riscontrando un notevole successo.

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