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Microcritiche / Criminali, ma giusti e divertenti

4 Marzo 2020
di Ghisi Grütter

CRIMINALI COME NOI – Film di Sebastian Borensztein. Con Ricardo Darìn, Luis Brandoni, Chino Darìn, Verónica Llinás, Daniel Aráaoz, Carlos Belloso, Marco Antonio Caponi, Rita Cortese, Andrés Parra, Guillermo Jacubowicz, Luciano Cazaux, Argentina e Spagna 2019. Musiche Federico Jusid –
In un periodo di preoccupazioni e ansie come questo che stiamo vivendo, mi sento di suggerire di andare al cinema per gratificarsi un po’. Mi sento, pertanto, di consigliare “Criminali come noi” un film drammatico che vira in commedia.
Il titolo originale del film è “La odisea de los giles”, quello internazionale “Heroic Losers” mentre il nostro potrebbe meglio essere “La rivincita dei tonti”.
Il film è un adattamento di un romanzo di Eduardo A. Sacheri (che ha anche collaborato alla sceneggiatura) dal titolo “La noche de la usina“, e si svolge nel 2001 ad Alsina, un piccolo centro nella provincia di Buenos Aires, durante una grave crisi economica. Sacheri è stato anche l’autore del romanzo “Il segreto dei tuoi occhi”, un noir di grande atmosfera, un percorso nella memoria di un’Argentina sprofondata nella violenza politica, e da cui è stato tratto il film omonimo, vincitore di premio Oscar nel 2010.
In “Criminali come noi” un gruppetto di onesti ed eterogenei sfigati, una sorta di “Armata Brancaleone” capeggiata dall’ex calciatore Fermin Perlassi (interpretato dal sempre bravissimo Ricardo Darìn), cercherà di mettere in scena una sorta di lotta di classe nella campagna sudamericana.
I membri del gruppo hanno deciso di unirsi per costituire una cooperativa agricola, rilanciando una vecchia impresa e cercando di racimolare la somma necessaria all’acquisto dei silos. Fermin e sua moglie Lidia (Verónica Llinás) avevano convinto uno ad uno gli abitanti del paese e, una volta messi insieme 160.000 dollari americani, mettono tutti i risparmi in una cassetta di sicurezza nella banca della vicina Villagrán. Ma il direttore della banca Alvarado, complice di un losco faccendiere, convince Fermin a versare tutto su un unico conto bancario (in pesos).
La mattina del giorno dopo, purtroppo, scatta il cosiddetto “corralito”, un sistema di restrizioni imposto da Fernando de la Rua, che a cavallo del nuovo secolo, bloccò i conti in banca, vietando i prelievi. Ma Fortunato Manzi, l’avvocato corrotto e concussore, approfittandosi della situazione, aveva appena ritirato tutti i soldi (in dollari), svuotando le casse della banca.
Fermin e i suoi scoprono casualmente che Manzi (interpretato da Andrés Parra) ha nascosto il denaro dentro una cassaforte sepolta in un terreno agricolo e decidono di riprendersi i loro soldi – il resto lo avrebbero dato in beneficienza -, dando così una bella lezione all’avvocato senza scrupoli, che ha mandato in rovina parecchie famiglie.
Fermin per le modalità del furto prende spunto da una trovata del detective Peter O’Toole nel vecchio film di William Wiler che vede in TV: ”Come rubare un milione e vivere felici” del 1966. La seconda parte di ”Criminali come noi” il film racconta, pertanto, tutte le vicende e le difficoltà incontrate nel mettere in atto il piano.
Il regista Sebastian Borensztein già autore di un altro divertente film “Cosa piove nel cielo” aveva vinto il Marc’Aurelio d’Oro all’edizione del 2011 del Festival Internazionale del Film di Roma e il premio del Pubblico. In questo film, aiutato dalla scelta di tutti attori di successo, dipinge una serie di tipologie umane di cui ognuna potrebbe essere ì protagonista di una pellicola a parte: Antonio Fontana (interpretato da Luis Brandoni) fa continue battute su Bakunin e sul peronismo, Medina (Carlos Belloso) il pescatore sdentato usa la dinamite, la coppia di amici un po’ ritardati (Guillermo Jacubowicz, Luciano Cazaux) sognano il telefono cellulare, l’imprenditrice fallica (Rita Cortese) in conflitto con il figlio trasgressivo (Marco Antonio Caponi), e così via.
Questo feel good movie,ì su uno sfondo drammatico, ne ricorda altri cui il regista si è sicuramente ispirato: dal già citato “Armata Brancaleone” al più recente “Ocean’s Eleven”. Se non è originale è comunque condotto con garbo e intelligenza. È stato presentato al Toronto film festival e premiato ai Goya Awards come miglior film latino americano.

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