Cittadinanza opaca è un piccolo ma corposo saggio scritto a quattro mani da Elettra Deiana, femminista storica, e Angela Ammirati, nuova generazione del femminismo.
La riflessione muove attraversando cinque capitoli nei quali vengono svolti quelli che sono i nodi centrali del femminismo non solo sul piano teorico ma sviluppati attraverso un’analisi, per punti fondamentali, di come il gender gap sia solidamente annodato dentro un ordine di problemi che dalla dimensione individuale e collettiva arriva alla dimensione istituzionale. Uno spazio, quest’ultimo, in cui la politica dovrebbe assolvere il ruolo maieutico di agire una nuova condizione di donne e uomini nella sfera pubblica e che invece balbetta parole opache e ambigue, perpetrando l’atavico deficit di/nei rapporti di potere tra i sessi sul piano sociale e simbolico.
I capitoli prendono in esame i nodi prioritari nei quali l’incompiutezza della cittadinanza femminile è raccontabile, entrando nella quotidianità del vissuto attraverso l’ottica di una sociologia femminista e di genere. I cinque capitoli sono: Cittadinanza, Lavoro, Welfare, Saperi e Differenze Globali, con particolare attenzione in questo ultimo capitolo al Migrare al femminile, una condizione che porta con sé la disparità universale del genere con il nascere donna in luoghi dove esserlo è spesso una condanna, uno stigma. La migrazione lavorativa al femminile viene presa in considerazione come un unicum difficilmente omologabile; dalle lavoratrici impiegate nelle attività domestiche e in lavori di cura in sostituzione dello smantellamento del welfare pubblico, alle migranti crocifisse nella dimensione di corpo sessuato sfruttato e oltraggiato, gettato a prostituirsi sulle strade.
Un capitolo nel quale si tocca il punto essenziale per capire la natura strutturale, inaggirabile del fenomeno migratorio. “Situazioni estreme sempre più diffuse e senza possibilità di cambiamento, guerre continue, persecuzioni religiose sono alla base dei grandi flussi migratori (…) L’economia globale e le sue logiche accaparratrici, a cui il capitalismo finanziario si ispira, ne portano la responsabilità maggiore.”.
Cittadinanza Opaca è un testo in cui viene affrontata la complessità della società contemporanea e quanto rende problematica e sospesa, “opaca” appunto, la cittadinanza delle donne che passa dalla disparità salariale, al welfare negato, alle normative sulla genitorialità, allo sfruttamento delle migranti, al sessismo che attraversa ogni condizione sociale, come raccontato dalle interviste di giovani studiose provenienti dal mondo accademico, fino al femminicidio “il fenomeno più emblematico della contraddizione tra la libertà femminile che tenta la scalata al mondo, e la crisi del maschile che non sa stare più adeguatamente al mondo.”.
Ciò che si propongono Elettra Deiana e Angela Ammirati non è solo una ricostruzione storica di un’identità femminile in cammino nelle società occidentali e la messa e in discussione della logica patriarcale che ha segnato questa storia, ma è individuare il costruirsi di una coscienza dello stare nel mondo, un habeas corpus femminile che abbia rispondenza e asseverazione nelle istituzioni e nella società. Un percorso che va dalle rivendicazioni del principio di autodeterminazione del femminismo degli anni 60/70, che pur non scardinando la costituzione materiale e simbolica del potere maschile ha costruito una coscienza femminile diffusa e consapevole, al ruolo delle donne nel mondo del lavoro, elemento imprescindibile dell’emancipazione.
Un passaggio questo che non è servito ad affrancarle dal gender gap ma, nel consolidato rapporto di potere tra i sessi, le ha posizionate fin da subito nei punti più bassi della catena del lavoro, in un continuum tra lavoro domestico e di cura, la dimensione riproduttiva, e il lavoro produttivo, dentro un mercato del lavoro in cui la materialità dei corpi è ricondotta a una dominazione performante della vita di ognuno/ognuna, in stretta relazione con i nuovi parametri neoliberisti di un capitalismo finanziario indifferente al benessere e ai bisogni delle società umane, funzionale solo a logaritmi economici di accumulazione e potere.
Il lavoro analizzato, dunque, come elemento centrale nella costruzione di un’identità sociale è il filo conduttore attorno al quale si snodano anche i capitoli successivi. È indagando il perverso intreccio di questa post modernità in cui i diritti di ognuno sono mangiati ogni giorno da un’assenza di politica e di governo dell’economia che il lavoro contemporaneo sempre più precario, servile, intermittente, pervasivo, incombe sulla parte femminile della società, ne sussume le condizioni che storicamente hanno contraddistinto il lavoro femminile coinvolgendo in questo mutamento antropologico di forme lavorative e di soggettività del lavoro anche gli uomini.
“Il dominio neoliberale, nell’essersi imposto come natura delle cose è diventato paradigma di razionalità non solo economica ma politica, ha avuto partita vinta sulle performance novecentesche conflittuali che erano alla base del modo di costruirsi delle soggettività lavorative. (…) Il suo canone è diventato la forma della nostra esistenza, soppiantando la ragione socialdemocratica e le stesse istanze liberaldemocratiche. Soggiacciamo ad esso, l’accettiamo diventandone noi stessi parte (…).”
E per quanto il femminismo abbia lavorato a decostruire l’ordine del potere maschile nel partire da sé, invischiato nell’immutata struttura dei rapporti di potere, dentro sacche di privilegio e povertà estreme, ha determinato una cittadinanza di genere che procede con l’instabilità carsica di una corrente a momenti impetuosa in altri ristagnante, inseguendo l’andamento conflittuale e regressivo delle fasi sociali e politiche a cui siamo assoggettate.
Cittadinanza Opaca e dunque un lavoro potente, dove Elettra Deiana e Angela Ammirati – lo dimostra anche la ricca bibliografia e sitografia – nell’assumere il punto di vista di genere mettono assieme saperi e conoscenze spesso dissipate in frammenti destrutturati, ricostruendo un pensiero capace di cogliere la complessità contemporanea occultata dentro l’artificiosa riduttività di fenomeni populisti e demagogici, in assenza di una qualsiasi utopia prospettica, offrendo uno spiraglio di futuro agibile che non accetti ripiegamenti sul passato. “Quello che le donne hanno guadagnato è oggi tutto nelle loro mani e sembra che siano in grado di fare tutto il possibile per difenderlo e andare avanti”.
Cittadinanza Opaca – Autrici Elettra Deiana e Angela Ammirati – ed. EDIESSE
,