Nella settimana appena trascorsa, è stata Michela Murgia a leggere i giornali per “Stampa e Regime” su Radio Radicale. Sì, quella radio che i 5 Stelle vogliono mettere a tacere, assieme all’”Avvenire” e al “Manifesto”.
Aveva scritto un testo importante come “Accabadora” ma anche spinto l’acceleratore come autrice di “Istruzioni per diventare fascisti”. Invece, nei sei giorni appena trascorsi (che potete ritrovare e risentire su Radio Radicale), non ha peccato di slittamenti ideologici né assecondato l’opinione corrente.
E’ partita dai fatti, ma ha aiutato chi ascoltava a guardare dietro i fatti con qualche commento secco, mai grondante antipatia. Ha dato tempo agli ascoltatori leggendo interi articoli e non soltanto i titoli e i sommari degli articoli.
Non ha tralasciato di dare conto della presenza femminile, così negletta da un giornalismo disattento, sedotto dal retroscenismo, dal palcoscenismo e dall’opinionismo.
Mai che abbia smesso di ricordare gli effetti del Decreto sicurezza. E come il ministro degli Interni sia addivenuto alla decisione (illegittima) di chiudere i porti perché “ossessionato dalla sicurezza degli italiani”. Quale minaccia costituiscano 160 disperati che si vomitano l’anima sul ponte di una nave con la temperatura a quaranta gradi non si capisce.
In questa crisi millantata e non dichiarata, senza testa né coda, Michela Murgia ha detto ciò che bisognava dire ed è passata a temi diversi, solitamente poco considerati: sempre dalla parte dei fragili e dei vulnerabili, fuori dal giudizio dei dominanti ma con i piedi ben piantati sul terreno. Veramente, la sua presenza su Radio Radicale ha rappresentato una buona sorpresa.