THE OTHER SIDE OF EVERYTHING – Film di Mila Turajlić. Serbia, Francia Qatar, 2017. Montaggio Aleksandra Milovanovic e Sylvie Gadmer, colonna sonora di Jonathan Morall –
Al cinema Farnese Persol di Roma è stato proiettato “The Other Side of Everything” di Mila Turajlić, un film documentario presentato al Trieste Film Festival 2018 che, sotto forma dell’intervista, narra mezzo secolo di storia della ex Jugoslavia.
Tutto girato nell’appartamento della madre della regista a Belgrado, il film si avvale anche di spezzoni di materiale di repertorio. La regista Mila è la figlia di Sbrijanka Turajlić, un’attivista serba particolarmente impegnata nelle battaglie per i diritti civili degli anni Novanta, Professore presso la Facoltà di Ingegneria elettronica dell’Università di Belgrado e Vice Ministro tra il 2001 e il 2004. Nata nel 1946, Sbrijanka ha recentemente fondato il Movimento dei Liberi Cittadini nel 2017, ed è una donna degna di nota, forte e coraggiosa.
L’appartamento di Turajlić, all’epoca di Josip Broz Tito, era stato suddiviso per dare spazio a un’altra famiglia, così com’era avvenuto per tutte le abitazioni borghesi nelle città dei paesi sovietici. Il nonno della regista, infatti, era stato un agiato Ministro del Regno dei Serbi, Croati e Sloveni. Ciò lo si evince anche dalle inquadrature dei dettagli, dei piatti di porcellana, delle posate d’argento usate per la celebrazione familiare della Pasqua greco-ortodossa con la tradizionale “battaglia delle uova”. La suddivisione dell’appartamento era affidata a due porte chiuse a chiave da un lato (rimaste così per quasi settant’anni!), e sulle quali, dall’altro lato, è appoggiato un pesante armadio, Gli spazi dell’appartamento sono ampi, i mobili sono antichi e di buona fattura, l’architettura è a noi familiare, e lo stesso palazzo mostra un’ampia scala quadrata.
Sbrijanka Turajlić ha tenuto da parte una variegata documentazione storica, dalla liberazione di Belgrado ultimata dall’Esercito popolare e dalle forze sovietiche il 20 ottobre del 1944), attraverso le rivolte studentesche del 1968, fino alle guerre slave degli anni Novanta iniziate da Slobodan Milošević, poi quelle vissute in prima persona. Nel 1991, infatti, era scoppiata la guerra civile in Jugoslavia. I filmati costituiscono un materiale prezioso che mostra sia l’uso dell’Esercito conto gli oppositori, sia le proteste civili e manifestazioni lungo tutto il decennio. Tornano i cetnici e gli ustascia, tornano i campi di concentramento, le fosse comuni, le deportazioni e le stragi. Nel 1995, dopo duecentomila morti e milioni di profughi e rifugiati, la guerra vide la sua fine con gli accordi di Dayton – il General Framework Agreement for Peace a Dayton in Ohio – che sancì l’indipendenza di tutte le repubbliche dell’ex Jugoslavia, ma con una ridefinizione dei confini su basi strettamente etniche. E ancora, dal bombardamento della Serbia nel 1999 per opera della NATO, alla caduta della dittatura nel 2000. Secondo molti giornalisti sembrerebbe che oggi la situazione in Serbia non sia molto diversa da allora e che Aleksander Vučić (ex primo Ministro e oggi discusso Presidente) continui a esercitare un forte controllo sui media. Il giornalista Doicinovic sostiene che “non si possano tenere elezioni democratiche in un ambiente non democratico”. Un lungo periodo tormentato che la regista spia per dieci anni dalla finestra della casa della madre, in pieno centro storico. Sembra che la regista erediti dalla madre il desiderio di libertà e voglia proseguire la battaglia della madre, esprimendosi però con un altro medium: il cinema.
La regista monta insieme filmati di repertorio a discorsi fatti con la madre, talvolta più intimi, altre volte in forma di intervista, ben bilanciando la precisa ricostruzione dei fatti con momenti di intensa emozione. Con “The Other Side of Everything”, Mila Turajlić ha partecipato all’ultimo International Documentary Filmfestival di Amsterdam e aveva già girato nel 2011 “Cinema Komunisto”, un film sulla Jugoslavia di Tito.