SCAPPA – GET OUT – Film di Jordan Peele. Con Daniel Kaluuya, Allison Williams, Catherine Keener e Bradley Whitford, Caleb Landry Jones, Betty Grabel, Lil Rel Howery, Marcus Henderson, del 2017 –
Cosa nasconde una bianca e borghese famiglia di medici obamiani, in una villa suburbana in Alabama, nel sud degli States?
Lo scoprirete solo vedendo il film Scappa – Get out – una sorta di “Indovina chi viene a cena?” rivisitato da Jordan Peele, un attore comico e imitatore cimentatosi alla regia.
Rose e Chris (Allison Williams e Daniel Kaluuya) sono una coppia di innamorati che stanno insieme da qualche mese e vivono insieme a Mobile, con il loro cagnolino. C’è un piccolo dettaglio, che Rose è una ragazza W.A.S.P. e Chris è un cristone afro-americano. Rose gli propone di passare un week-end dai suoi (Missy e Dean interpretati da Catherine Keener e Bradley Whitford) in campagna, anche per farglieli conoscere, prospettando una buona accoglienza da parte del padre, un neuro-chirurgo, fervente sostenitore di Obama.
Quindi il film si svolgerà tutto qui, in questa villa (con costi di produzione molto contenuti), con una serie di persone amiche già dei nonni, che una volta l’anno si raduna per una festa, così com’era l’abitudine instaurata dal nonno.
La coppia di camerieri Giorgina e Walter (Betty Grabel e Marcus Henderson) – ex badanti dei nonni Armitage – è un po’ inquietante e Chris comincia ad avere dei sospetti.
Il film, che ha un ritmo incalzante, ha suspense ed è ben girato e da commedia satirica si trasforma in un thriller-horror trovando i suoi modelli addirittura in Picnic a Hanging Rock di Peter Weir del 1975, o nella serie Twin Peaks di David Lynch del 1990. A me ha ricordato piuttosto La fabbrica delle mogli di Bryan Forbes del 1975 o il suo remake La donna perfetta di Frank Oz del 2004.
Peele in un’intervista ha dichiarato che per lui non c’è molta differenza tra girare una commedia o un film horror poiché «in entrambi casi si tratta di saper usare i tempi giusti, saper scegliere quando svelare cosa».
Scappa – Get out, opera prima del neo-regista, è stato presentato all’ultimo “Sundance Film Festival” riportando un buon successo sia di critica sia di pubblico. Mi pare che la questione di un presunto post-razzismo sia un tema caldo nell’America di oggi, infatti se ne è scritto parecchio. Lanre Bakare di The Guardian ha affermato: «I cattivi non sono i neo-nazisti del sud degli Stati Uniti o quelli della cosiddetta alt-right, sono bianchi borghesi e di sinistra» mentre Roberto Nepoti su La Repubblica ha così commentato: «Un geniale ibrido…[che] tratta apertamente di razzismo, anzi di una forma inedita di neoschiavismo… in maniera tutt’altro che semplificatoria».