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uomini e donne nella cronaca di tutti i giorni

Tra 15 e 23 ottobre Primadellaviolenza – Uomini contro il femminicidio

22 Settembre 2016

13533067_274850169543008_5995207740215988877_nDiversi gruppi, reti e realtà associative maschili hanno proposto alcune giornate di impegno contro la violenza sulle donne tra il 15 e il 23 ottobre prossimi. Pubblichiamo il comunicato che annuncia gli appuntamenti e la lettera-appello che dalla fine di giugno ha raccolto circa 300 adesioni.

#Primadellaviolenza 15-23 ottobre 2016
Giornate d’impegno degli uomini contro la violenza maschile

La violenza contro le donne chiama in causa gli uomini, e come uomini vogliamo rifiutare e superare la cultura della violenza.

Lo scorso giugno abbiamo diffuso un testo rivolto al mondo maschile per un impegno non episodico, Primadellaviolenza ha raccolto finora più di 200 adesioni: “La violenza verso le donne – abbiamo scritto – non si può liquidare come patologia di pochi marginali, né come il segno di culture lontane da noi: nasce nella nostra normalità. Anche quando è estrema, parla una lingua che conosciamo e che mescola amore, controllo, dipendenza, onore, gelosia, frustrazione, potere… prima di divenire violenza”.

Mentre la cronaca non cessa di svelare delitti orribili compiuti da maschi, come il caso dello stupro di gruppo continuato per anni a Melito Porto Salvo, sono cresciute in questo periodo le prese di posizione individuali e collettive di uomini: dal testo “Cari uomini tocca a noi” promosso da esponenti del mondo accademico, agli interventi di Nicola La Gioia, Michele Serra, Edoardo Albinati, Christian Raimo ed altri, a numerose iniziative pubbliche come quelle assunte a Foggia e a Taormina.
Contributi anche molto diversi, ma che mettono al centro una consapevolezza nuova. Vogliamo scommettere sulla consistenza e sulla concretezza di questa nuova sensibilità maschile.

Nel prossimo ottobre si svolgeranno iniziative in alcune città italiane, per avanzare proposte, aprire scambi di esperienze, consolidare una rete permanente. Appuntamenti sono previsti sabato 15 ottobre a Livorno, venerdì 21 a Roma, sabato 22 a Genova, domenica 23 Milano. Altri incontri si prevedono a Venezia, Pescara, Palermo e altri ancora se ne potranno aggiungere.

Queste giornate di ottobre sono anche in relazione con l’impegno degli uomini spagnoli che da alcuni anni, il 21 ottobre, manifestano contro la violenza sulle donne. Inoltre martedì 18 ottobre è la giornata europea contro la tratta degli esseri umani: in Italia è previsto un incontro alla Camera del Deputati promosso dalla Rete degli uomini contro la tratta, la prostituzione, le violenze sulle donne che da molti anni è impegnata anche per la memoria delle vittime.

Primadellaviolenza intende anticipare la partecipazione maschile alla giornata internazionale del 25 novembre, anche per evitare il rischio di facili adesioni rituali: vogliamo cercare insieme i modi di agire un vero cambiamento, per prevenire e riconoscere in tempo la violenza. Sabato 26 novembre diverse associazioni di donne hanno indetto una manifestazione nazionale contro la violenza: sarà un nuovo appuntamento che dovrebbe chiamare in causa, con noi, tutti gli uomini.

Non si tratta di ergersi a “difensori delle donne”, o di attivarsi solo per sensi di colpa o senso del dovere, ma di interrogarci sui nostri desideri, sulla capacità di riconoscere la nuova autonomia e la nuova libertà delle donne, che può essere un’occasione di cambiamento positivo anche delle nostre vite.

L’obiettivo di Primadellaviolenza è coinvolgere il mondo della scuola, dell’informazione, della cultura, della politica e dell’associazionismo, e tanti singoli uomini. Che cosa facciamo, ognuno nel proprio contesto relazionale e lavorativo, nell’ impegno politico e culturale, per contribuire ad una maggiore consapevolezza, nostra e di tanti ragazzi e adulti ancora troppo silenziosi, isolati, confusi? Per reagire agli stereotipi “machisti” che sono alla base della misoginia, così come anche dell’omofobia e del rifiuto di ogni diversità etnica e culturale.

Queste iniziative sono promosse da gruppi, reti e associazioni di uomini, o di uomini e donne, diverse tra loro ma impegnate insieme contro la violenza: da Maschile Plurale a Mondita associazione interetnica italiana, dalla Rete degli uomini contro la tratta, la prostituzione, le violenze sulle donne a Livorno Uomini Insieme – LUI, a tante altre realtà locali.

L’immagine delle maschere che sta accompagnando Primadellaviolenza allude al desiderio di liberarci dai ruoli precostituiti che tanto spesso ingabbiano e travisano la nostra affettività e identità. Inventare e raccogliere in rete, da qui agli appuntamenti di ottobre, altre immagini (foto, disegni, riproduzioni) capaci di esprimere in modo nuovo l’impegno maschile contro la violenza può essere un modo di animare lo scambio e la discussione, che sui social sta già crescendo.

Nuove informazioni, adesioni, suggerimenti, critiche, contributi, saranno benvenuti.
Su facebook è attiva la pagina Primadellaviolenza. Mail: [email protected]

Testo pubblicato alla fine di giugno su alcuni media ( tra cui manifesto e 27ora del Corriere della sera) oltre che sulla pagina facebook Primadellaviolenza. Dopo le prime trenta si sono aggiunte più di 200 firme

Prima della violenza
per una Giornata nazionale contro la violenza maschile

Un’adolescente violentata e gettata in una piscina, una ragazza uccisa e bruciata, una donna uccisa insieme ai figli da un uomo che poi uccide se stesso, una giovane nigeriana schiavizzata, uccisa a colpi di pistola: sono solo gli ultimi episodi di una lunga serie di violenze. Quando la violenza si fa più estrema l’indignazione pubblica e l’orrore superano la soglia dell’indifferenza quotidiana. Ma la realtà è molto più ampia e profonda ed è fatta di minacce, ricatti, abusi, relazioni di dominio.
La violenza degli uomini verso le donne, ormai ne siamo consapevoli, non si può liquidare come patologia di pochi marginali, né come il segno di culture lontane da noi: nasce nella nostra normalità. Anche quando è estrema parla una lingua che conosciamo e che mescola amore, controllo, dipendenza, onore, gelosia, frustrazione, potere… prima di divenire violenza. Enfatizzare l’emergenza nasconde il fatto che si tratta di un fenomeno strutturale e diffuso. Condannare la violenza senza riconoscere la cultura che la produce e la giustifica, è un gesto vuoto.
L’emozione che si è suscitata è un’opportunità per aprire gli occhi su questa realtà.
Ma l’indignazione, ai tempi di facebook, può essere una trappola: può esaurirsi in tre giorni, per poi passare al prossimo video virale, può soddisfarsi di urlare la richiesta di punizione, può ridursi a esercizio retorico. Specie se chi ha responsabilità politiche si accoda al coro della condanna ma poi lascia che i centri antiviolenza chiudano per mancanza di fondi.
Dopo le ultime, atroci, storie di violenza molti uomini hanno preso la parola pubblicamente, hanno promosso gruppi di discussione, appelli a un impegno comune, incontri in varie città. Sono stati pubblicati sui maggiori quotidiani e sui social interventi, riflessioni, analisi. Tutti ci pare mettano al centro una consapevolezza nuova: la violenza maschile contro le donne chiama in causa gli uomini, mette in discussione la nostra cultura, le nostre aspettative, le nostre frustrazioni, il nostro modo di stare al mondo e nelle relazioni. Anche diverse voci femminili hanno sollecitato una presenza e un impegno maschile più forte e netto.
Non lasciamo che questa nuova consapevolezza e assunzione di responsabilità durino tre giorni.
Proponiamo a tutti gli uomini che di fronte a queste violenze si sono sentiti colpiti e hanno sentito il bisogno di interrogarsi, di non fermarci qui: organizziamo incontri in ogni città a partire dalle sollecitazioni emerse in questi giorni, coinvolgiamo altri uomini, proviamo a scavare più a fondo e a mettere in gioco noi stessi.
Proviamo a darci un tempo di ascolto e dialogo, d’iniziativa e riflessione: tre mesi durante i quali trasformare l’indignazione in occasione di cambiamento. Costruiamo così, insieme una giornata nazionale in autunno contro la violenza. Raccontiamoci anche le tante iniziative tra uomini e tra uomini e donne già impegnate su questo difficile terreno.
Non partiamo da zero. In questi anni la consapevolezza nel nostro paese è cresciuta. Dieci anni fa nel settembre del 2006, un appello di uomini contro la violenza maschile raccolse molte centinaia di adesioni: da lì si è sviluppato un impegno che ha cambiato molti di noi. Tutto questo resta ancora troppo poco visibile e diffuso nella società e sui media, poco riconosciuto dalla politica e dalla cultura.
Non si tratta di ergersi a giudici di altri uomini o a “difensori delle donne” ricreando un ambiguo paternalismo, o di attivarsi solo per sensi di colpa o senso del dovere, ma di interrogarci sui nostri desideri, sulla capacità di riconoscere la nuova autonomia e la nuova libertà delle donne, dirci se può essere un’occasione di cambiamento delle nostre vite.
La violenza maschile contro le donne è il frutto di una cultura, di una forma delle relazioni tra le persone che genera altre violenze. L’uccisione dettata dall’odio verso le persone omosessuali è parte di questa cultura. Oggi proviamo orrore e ripulsa di fronte alla strage di Orlando. Perché per molti uomini è intollerabile la libertà di una donna così come è intollerabile una sessualità diversa?
La violenza riafferma un dominio, un ordine gerarchico tra i sessi ma anche tra orientamenti sessuali. Anche la violenza omicida e omofoba in Florida è l’estrema espressione di una realtà molto più diffusa fatta di insulti quotidiani nelle nostre scuole e nelle nostre strade, di battute, imbarazzi, discriminazioni ed esclusioni.
La riproduzione e la riaffermazione di ruoli sessuali stereotipati, l’adesione a presunte attitudini maschili e femminili, l’imposizione di una norma nelle relazioni affettive, contribuiscono a generare questa violenza, impoveriscono la libertà di tutti e tutte, costringono le nostre vite in gabbie invisibili.
Crediamo che anche altre violenze, altre sofferenze abbiano a che fare con questa cultura della gerarchia, della paura e del dominio verso chi percepiamo diverso da noi. Così tolleriamo la sofferenza e la morte di chi fugge dalla guerra e dalla miseria in un mondo in cui crescono guerre, violenze, ingiustizie e disuguaglianze, considerando i migranti come minaccia, accettando che siano oggetto di violenze intollerabili ai nostri confini. Dimentichiamo di fatto la gravità della tratta di migliaia di donne schiavizzate per i consumi sessuali maschili. Accettiamo nuovi muri e recinti anziché impegnarci per un ordine internazionale più giusto e non dominato dalla guerra. La violenza razzista e nazionalista che ha ucciso a Londra la deputata Jo Cox è solo l’ultimo segno di un continente europeo avvelenato dall’odio e dall’intolleranza. Ci aggrappiamo a false identità collettive anziché scommettere sulla singolarità di ognuno e ognuna e sulla curiosità e l’apertura reciproca.
Trasformare questa cultura, vivere il cambiamento che le donne hanno già da molti anni determinato, sono anche un’occasione di libertà per noi uomini, possono arricchire e aprire le nostre vite. Possono rendere possibile un cambio di civiltà, che riguarda tutti e tutte.
Impegniamoci ad organizzare come uomini per il prossimo autunno in tutt’Italia una giornata nazionale contro la violenza maschile che coinvolga il più possibile il mondo della scuola, dell’informazione, della cultura, della politica e dell’associazionismo, ed anche quei singoli uomini che già si sono espressi pubblicamente in quest’ultimo periodo, per diffondere al massimo la sensibilità e l’impegno fra tanti ragazzi e adulti ancora troppo silenziosi, isolati e confusi.
Una giornata che volutamente si svolga prima della Giornata internazionale del 25 novembre contro la violenza sulle donne, per prendere parola come uomini prima del richiamo rituale di una ricorrenza importante: per cambiare, per agire prima della violenza.

Ejaz Ahmed (Ass. Nuove Diversità – Roma)
Isoke Aikpitanyi ( Associazione vittime ed ex vittime della tratta – Genova)
Mario Caligiuri (Roma)
Antonio Canova (GUV Gruppo Uomini Viareggio)
Sandro Casanova (Maschile Plurale Bologna)
Marco Cazzaniga (Identità e Differenza, Spinea )
Stefano Ciccone (Maschile Plurale, Roma)
Riccardo Corrieri ( GUV Gruppo Uomini Viareggio)
Marco De Cave (Gruppo “CardioPoetica” Cori-Latina )
Andrea de Giacomo (Maschile Plurale, Napoli)
Renato De Nicola (Abruzzo Social Forum – Pescara)
Marco Deriu (Maschile Plurale Parma)
Franco Fazzini ( GUV Gruppo Uomini Viareggio)
Gianni Ferronato (Castelfranco Veneto )
Gian Andrea Franchi (Pordenone)
Orazio Leggiero (Gruppo Uomini in gioco, Bari)
Alberto Leiss (Maschile in gioco, Roma)
Gabriele Lessi (Ass. LUI Livorno Uomini Insieme, Livorno)
Massimiliano Luppino (Roma)
Claudio Magnabosco ( Rete degli uomini contro la tratta , la prostituzione e la violenza sulle donne – Genova)
Oliver Malcor (Parteciparte Roma)
Alessio Miceli (Maschile Plurale,Milano)
Domenico Matarozzo (Il cerchio degli uomini, Torino)
Alfredo Mario Morelli (Albano, Roma)
Gianguido Palumbo (associazione interetnica italiana MONDITA-Roma)
Beppe Pavan (Uomini in cammino, Pinerolo)
Jacopo Piampiani (Ass. LUI Livorno Uomini Insieme, Livorno)
Roberto Poggi (Cerchio degli uomini Torino)
Michele Poli (CAM – Ferrara)
Gianluca Ricciato (Maschile in gioco, Roma)
Francesco Seminara (Noi uomini a Palermo contro la violenza sulle donne)

Mario Simoncini (Maschile Plurale Modena)

( PER ADESIONI E CONTATTI SCRIVERE A: [email protected] )

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