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relazioni politiche, dal quartiere al mondo

Mamme e potere

31 Luglio 2016

di Monica Luongo

Prendiamo tre “fatti” e mettiamoli insieme, forzando un po’ la mano se volete.

Primo. Alla convention dei democratici americani sale sul palco la figlia di Hillary e Bill Clinton Chelsea. Si era già capito dai giorni precedenti che la strategia dei media experts della candidata puntano sul suo carattere e enfatizzano gli aspetti della vita privata. Così il marito Bill ha parlato del primo incontro, degli ostacoli superati (una robetta non di poco conto), della felicità di invecchiare. E poi la figlia, che racconta come la mamma non dimenticava mai il bacio della buonanotte e come ora da buona nonna fa le coccole alla nipotina.

Secondo. Voliamo più basso, sul cielo della capitale. La sindaca Virginia Raggi viene fotografata a sua insaputa dal settimanale Diva e Donna in un momento della sua vita privata: in pigiama, pinza nei capelli, scuote la polvere dal tappeto della stanza del figlio sul balcone di casa. Titola il giornale online dilei.it: Virginia Raggi una di noi: casalinga in pigiama. E scrive: “Ci piace questa incursione nella Virginia Raggi “privata” che pulisce casa e sbatte dal balcone il tappeto della camera del figlio per poi sedersi a fare colazione e uscire per una lunga giornata di lavoro. Virginia Raggi ha ormai  superato i primi 30 giorni da sindaco e ha un’agenda fitta di impegni. Diverse infatti le priorità programmatiche: dai trasporti alle Olimpiadi fino ad arrivare alle buche nelle strade capitoline.

Nonostante tutto non si eleva a sindaco irraggiungibile e altezzosa. Ha il volto umano di una donna che durante il suo insediamento non nasconde le lacrime. Una donna che preferisce essere chiamata Virginia anziché sindaco. E che troviamo ora, come tutte le normali donne italiane, alle prese con le faccende domestiche”.

Terzo. L’artista di fama internazionale Marina Abramovich dichiara al giornale tedesco Tagesspiegel, che sarebbero proprio i figli a buttare fuori le donne dal mondo dell’arte. Questione di priorità, insomma: “Ognuno ha un’energia limitata nel proprio corpo – ha affermato ancora l’artista – e con un bambino so che avrei dovuto dividerla. ”Secondo me c’è una ragione per la quale le donne non hanno successo in campo artistico come gli uomini. Il mondo è pieno di donne talentuose. Perché allora gli uomini ricoprono sempre le posizioni più importanti? È semplice. Amore, famiglia, bambini – una donna non vuole sacrificare tutto questo”. And Kronos titola: confessione choc; il sito di Huffington Post e i social media traboccato di emoticons piangenti faccine al bambino mai nato, e di commenti riguardanti la crudeltà dell’artista-demonio.

Cosa hanno in comune le tre notizie? La bistrattata, monopolizzata, strumentalizzata ma invero onnipotente relazione tra l’essere madre e donne di potere allo stesso tempo (certo, anche Abramovich lo è nel campo dell’arte). Quello che viene sempre messo in discussione dai media e dal “pubblico” è prima di tutto il “come”: come deve mostrarsi una madre (così va bene se Raggi spolvera ma allo stesso tempo è criticata perché porta sua figlio in Campidoglio) con tutto il suo talento si badi bene “innato”, fino alla esecrazione di fronte a una donne che dichiara pubblicamente di aver abortito perché un figlio/a avrebbe di sicuro impedito l’ascesa nella sua professione.

Su su fino alla corsa per la carica della persona più potente del mondo che potrebbe per la prima volta essere una donna. Una presidente che non solo dovrà prendere decisioni importanti per il suo paese (scordiamo sempre che si tratta di un continente), come la crescita economica, il welfare, la sanità e la questione razziale mai sopita. Ma dovrà anche decidere cosa fare dell’Isis, come ritornare a parlare della questione palestinese, come gestire Putin e Erdogan all’interno della NATO. Perché mai, in nome di queste priorità, dovrebbe importarmi se dava il bacio della buonanotte alla figlia? E’ un elemento che dà valore aggiunto alla sua qualità politica? Io non credo, anzi sono piuttosto convinta che l’enfasi sugli aspetti familiari di una candidata siano invece rovinosi.

E, tornando sopra il cielo di Roma, se Virginia Raggi spolvera come una cittadina qualunque (io  no, confesso, preferisco annegare), risolverà alla grande lo scandalo rifiuti nella capitale? E se invece di lei, il fotografo avesse ripreso una badante immigrata mentre faceva le pulizie a casa della sindaca? In questo caso si sarebbe gridato allo scandalo e investigato sul pagamento puntuale dei contributi pensionistici.

Per non parlare di Marina Abramovich, che sfida il tabù dell’aborto e dichiara addirittura la sua soddisfazione per essere una donna-non-madre: orrore degli orrori, zampata alla sacralità del corpo femminile, fatto per riprodursi, per piacere e compiacere, per essere violato e perché no, anche ricettacolo di polvere…

Corpi femminili, materno e potere: voi signore “potenti” lasciateli a casa questi bambini, amateli segretamente, la donna in carriera che è in voi vi ringrazierà.

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