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Nuove famiglie, conquista femminile. Perchè sì a tutta la legge Cirinnà

17 Febbraio 2016
di Gruppo del mercoledì

17desk-sotto-destra-ita-manif-unioni-civili-diritti-gay-gg909-1Pubblicato sul manifesto il 17 febbraio 2016 –

Oggi non esiste più un solo tipo di famiglia. Innanzitutto, grazie alle donne che hanno lottato contro il suo involucro patriarcale e maschilista. Oggi esistono forme diverse di famiglie. Il Ddl Cirinnà, in discussione al Senato, ci sembra una prima registrazione, dopo anni di attesa, di questo cambiamento.

A noi interessa che il Ddl Cirinnà venga approvato nella sua interezza, pur sapendo che ci sono questioni sulle quali è bene continuare a riflettere: d’altronde, la legge non regola tutto.

Nello scorso novembre, come gruppo delle “Femministe del mercoledì”, abbiamo promosso un incontro intorno alle diverse scelte di vita e sulle relazioni d’amore, di maternità, di paternità. Un’occasione di scambio grazie al “paradigma della cura”, senza proporre una tesi, ma ascoltando le diverse esperienze, nominando desideri e paure individuali e collettive che spesso rimangono inascoltati nello spazio pubblico.

In questa fase di così acuta incertezza, le relazioni possono tradursi in una rete solidale, in una risposta non chiusa, non difensiva alla crisi. Certo, la violenza che non è scomparsa dal rapporto tra i sessi e il conflitto nelle relazioni tra uomini e donne resta aperto.

Quanto all’omofobia e alla discriminazione, minacciano chi ha un orientamento sessuale diverso dall’eterosessualità. Riconoscere valore a una coppia con un orientamento sessuale diverso dall’eterosessualità può indebolire questi mostri?

Le relazioni hanno al centro la materialità e la concretezza delle vite. Di qui l’importanza, nell’approvazione del testo Cirinnà, delle norme “sull’adozione del figlio del partner”. E’ inaccettabile una cittadinanza di “seconda classe”, nella quale si aggirano individui destinati alla sterilità e “figli” di nessuno. Uomini e donne ritenuti incapaci di generare e di educare. Bambini e bambine senza tutela, guardati con sospetto, portatori di una “macchia originaria”, come una volta lo erano i figli delle donne nubili.
Il punto ha sollevato elementi controversi, legati alla “gestazione per altri” e alla mercificazione del corpo femminile. Siamo consapevoli che «il mondo non si regge solo sulle relazioni di potere, ricchezza, sfruttamento» ma deve «restituire senso alla fragilità, al limite, alla responsabilità».

Con questa consapevolezza, così come abbiamo combattuto le storture della Legge 40 sull’autodeterminazione delle donne, intendiamo tenere aperta la discussione sulla maternità e sul desiderio di paternità giacché le innovazioni tecniche e scientifiche, le diverse identità sessuali e i comportamenti (per esempio, di genitori single), ci parlano di una scena di relazioni e di contesti famigliari completamente nuova.

Pensiamo ai genitori omosessuali, donne o uomini (le coppie lesbiche non sono la stessa cosa delle coppie gay), ai figli di genitori biologici sconosciuti, al tema delle adozioni.

Non tutto può essere regolato sul piano dei diritti oppure rimanendo ancorati a un’idea di “famiglia naturale” che nella realtà non esiste più come l’unica possibile.

Sono questioni da affrontare con un metodo di confronto aperto in termini simbolici, etici e giuridici – compreso il valore del matrimonio come rito, come sacramento, ma distinto dal “contratto” che si fa con lo stato.

Quanto alla legge, deve tenere conto delle nuove domande, dei bisogni, di ciò che si muove nella società offrendo, comunque, tutele e sostegno a chi sceglie di mandare avanti un progetto di convivenza e di futuro. E questo noi ci aspettiamo dal Ddl Cirinnà.

Fulvia Bandoli, Maria Luisa Boccia, Elettra Deiana, Letizia Paolozzi, Bianca Pomeranzi, Bia Sarasini, Rosetta Stella, Stefania Vulterini

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