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Microcritiche / Guerra dei sessi all’estremo

7 Maggio 2015
di Letizia Paolozzi

imgres-1Le streghe son tornate – Film di Alex De la Iglesia con Carmen Maura, Hugo Silva, Carolina Bang, Terele Pavez –

Negli ultimi tempi, il cinema viaggia a cavallo di una scopa. Aveva cominciato una straordinaria Meryl Streep, capelli grigi scarmigliati e desiderio di tornare a essere la cara vecchietta del passato, nel film di Rob Marshall, Into the woods.
Ora c’è l’horror splatter di Alex De la Iglesia Le streghe son tornate. Senza preoccuparsi di tenere le distanze di sicurezza, il regista accosta coppie scoppiate, uomini rovinati dalle donne, a una famiglia di poco raccomandabili creature femminili: nonna, madre, figlia, più una specie di Igor di Frankenstein Junior ma più scemo, nel ruolo del nonno maldestro.
Tre streghe, dunque, nella galleria di titoli di testa accostate senza tanti complimenti a Greta, Marlene, Bette, Margaret Thatcher, Angela Merkel. Grande è l’inettitudine maschile; possente l’energia femminile. Il mondo, o perlomeno la Spagna, colpita dalla crisi economica, deve tornare in mani femminili.
Il film comincia a Puerta del Sol dove un Gesù Cristo argentato, seminudo, croce sulla spalla (dalla quale tirerà fuori il fucile a pompa), un marine dalla faccia verde, vittime delle loro rispettive compagne e della crisi economica spagnola, rapinano un Compro Oro portandosi via 25.000 fedi nuziali con altrettante promesse d’amore finite male.
Nel negozio aspetta il bimbo del Cristo argentato (José). Con il compito di basista. Il padre, nel giorno di affido post-divorzio, senza occuparsi della merendina e dei compiti, l’ha coinvolto perché “Non lo vedo mai”.
Apriti cielo. Gli sciamannati, inseguiti dalla ex moglie, fuggono in taxi. Sostano in una villa fatiscente vicino a Zugarramurdi, paesino dei Pirenei, noto per le streghe che lì vennero arse vive nel ‘600. Cena in villa (a base di aperitivi fatti di dita umane), organizzata dalla padrona di casa (Carmen Maura) che parla al cellulare passeggiando sul soffitto.
La figlia (Carolina Bang) compare in tuta di cuoio nero su motocicletta, alla maniera di Lisbeth Salander in Uomini che odiano le donne. Seguono rimandi erotici, occhi che scrutano dal fondo del water, sabba (tirato troppo per le lunghe). I poveretti, per via delle streghe o delle donne che sono delle streghe, stanno per finire arrostiti.
Alex de la Iglesia è un misogino? Io credo invece che, miscelando cinema d’autore e cinema pulp, inneggi alla forza femminile.
In Italia, nessuno di nostri pensosi registi oserebbe raccontare con un simile umorismo nero la guerra dei sessi.

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