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Dolcissimi giardini femminili

23 Maggio 2015
di Ghisi Grütter

imagesVenerdì 15 maggio all’interno del “Festival del Verde e del Paesaggio” all’Auditorium di Roma, è stato presentato il libro di Monica Sgandurra dal curioso titolo Cakegarden. Esplorazioni tra dolci e giardini. Pubblicato da DeriveApprodi il grazioso volume presenta un’appassionata introduzione di Franco Zagari, uno dei più noti paesaggisti italiani a livello internazionale.
Monica Sgandurra è un architetto esperto di giardini che realizza torte/giardino per hobby. Ha sempre amato cucinare i dolci fin da piccola quando passava le estati in costiera amalfitana in compagnia della nonna materna amante del mare che era con lei e con la sua famiglia, così come racconta nell’intervista a “Aspettando Geo” del 6 maggio scorso. Il nesso che lega tutta una serie di attività di Monica è dare forma al suo incessante desiderio di condivisione della sua creatività. Donna meridionale e generosa, precisa e paziente, Monica mette nelle sue variegate attività passione, cultura e competenza, tutto con un tocco dichiaratamente femminile. Per costruire le sue torte Monica elabora una serie di schizzi di progetto, ne studia anche la statica elaborando schemi strutturali. Spesso, infatti, i suoi dolci più audaci hanno bisogno di pilastri e solai proprio come gli edifici.
balcanicheNel libro sono raccolte delle vere e proprie passeggiate tra le sue conoscenze artistiche: Paul Klee ispira una torta Madeira, il giardino giapponese suggerisce un Baklava (dessert turco ricco di miele e frutta secca popolare in quasi tutte le cucine balcaniche dell’Asia sud-occidentale e centrale) mentre il pane Challah (una specie di pan brioche di tradizione ebraica a forma di treccia che consumata durante lo shabbat) diventa un giardino della memoria. Molte delle ricette contenute sono rivisitazioni di quelle che lei di volta in volta sperimenta e inserisce nel suo blog cakegardenproject molto frequentato anche da vari e famosi cuochi sia professionali sia amatoriali. Le torte di Monica sono puntualmente commentate dai suoi numerosi fans – Hibiscus Mutabilis, Dalia sfiorita, Vanessa Zarastro, Blu ecc. tanto per citarne alcune sotto pseudonimo – che seguono settimana dopo settimana una nuova ricetta, un nuovo dolce che lei ha sperimentato o per un compleanno o per un evento eccezionale. Ho assistito (e gustato) personalmente alla presentazione di uno dei “modelli analogici tridimensionali” di pasta di zucchero, una torta al limone elaborata appositamente per la presentazione di un libro che parlava di Capri. È la Villa Malaparte di Adalberto Libera riprodotta in scala su una serie di scogli fioriti a rappresentare quest’isola. Come scrive Sgandurra citando Augé «un simbolo non è semplicemente il simbolo di qualcosa …è tra le cose o tra gli esseri e le cose: li collega e li unisce…». Il romanzo ha preso spunto proprio dall’attività di Monica e la protagonista femminile è una cakedesigner che gestisce un blog: «È il modo di mettermi in gioco per confrontarmi con il mondo. È un contenitore di appunti, di riflessioni. Ho sempre amato preparare dolci, adoro i giardini, la scultura e l’arte in genere. Cake Garden è la mia sala da tè privata. Incontro gli amici, ascolto le loro critiche, colgo le loro sfide…» fanno dire alla protagonista le autrici Elisabetta Flumeri e Gabriella Giacometti di I love Capri, facendo l’occhiolino alla Sgandurra.
Un’altra torta, che amo molto, inserita nel libro è ispirata ai white gardens di Gertrude e Vita, cioè al giardino del Castello di Sissinghurst nel Kent della scrittrice Vita Sackville-West composto di più stanze tematiche circondate da alte siepi, e ai giardini di Gertrude Jekyll che, all’inizio del secolo scorso, hanno fatto scuola sia in Europa che in America. Scrive l’autrice: «Nell’immaginario di un giardiniere o di un progettista…il white garden è un giardino pensato e costruito con tutte le sfumature del bianco. È un esercizio non solo di capacità botanica, ma di abilità pittorica, quasi che l’uso di un solo colore, per giunta demandato per lo più alla breve vita dei fiori, possa essere una sfida al facile uso delle possibilità infinite delle combinazioni degli altri colori delle fioriture».

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