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Microcritiche / L’arte marziale della batteria jazz

22 Febbraio 2015
di Ghisi Grütter

Whiplash.xxxlargeWHIPLASH – film di Damien Chazelle –

Se sapete la differenza tra come si tiene la bacchetta sinistra della batteria nel jazz e come si tiene nel rock, allora vi potreste divertire a vedere questo film, nato inizialmente come un corto. Se siete super-esperti di jazz, probabilmente, il film non vi soddisfarà e se, invece, non lo amate, vi risulterà insopportabile.
Insomma piace a noi, pubblico della medietà, disposti a vedere l’ennesima competizione tra maschi e sfida a dimostrare chi è più cool, chi più ostinato e chi più narcisista. Whiplash è anche un ennesimo film dove l’arte mal si concilia con la vita normale e gli artisti/musicisti sono dei tipacci fanatici con caratteri insopportabili che è meglio ascoltare ma evitare di frequentarli.
Il film si apre e si chiude con un assolo a batteria che tra gli strumenti è certo quello meno amato dal grande pubblico. Confermo che per suonare questo strumento ci vuole un carattere con tendenze ossessive: conoscevo anni fa un batterista jazz newyorchese che mi raccontava che da bambino la madre gli aveva comprato una tastiera di gomma alla cui percussione si esercitava con ostinazione tutte le notti.
Ubicato nel liceo musicale più prestigioso di New York, il film narra il rapporto tra il Andrew Neyman (ben interpretato da Miles Teller) giovane batterista diciannovenne e Terence Fletcher (ottima interpretazione di J.K. Simons) il maestro-carnefice rigidissimo e sadico che usa dei sistemi, a dir poco, discutibili per spingere i suoi pupilli a migliorare sempre più per aspirare alla gloria (“non ce ne sono più di Charlie Parker…”). Whiplash è proprio il titolo di un pezzo che Fletcher fa suonare alla sua orchestra composta da tutti studenti del conservatorio Shaffer e sulla cui partitura Andrew si esercita in maniera maniacale fino a ferirsi le mani a sangue.
Una notazione interessante: leggendo Wired.it ho trovato acuta l’osservazione di Marco Valsecchi che riscontra nei cartoni animati giapponesi la vera fonte d’ispirazione del film «Ve ne siete accorti anche voi che la dinamica di fondo tra i protagonisti di Whiplash è esattamente quella che c’è tra Maya e la Signorina Tsukikage o anche tra Mila e l’allenatore Daimon, vero?». A volte nel film ci sono piccole ingenuità come all’inizio immagini di edifici a set-back tipici della Grande Mela montate a ritmo jazz. Chazelle è, comunque, un giovane trentenne coraggioso – perché sceglie strumento e genere musicale impopolari – ma anche prudente – perché riprende spunto da serie TV di successo – con sicuramente grandi intuizioni e bravura nelle riprese ravvicinate.

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