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relazioni politiche, dal quartiere al mondo

C’era una volta un quartiere

31 Maggio 2014
di Ghisi Grütter

20140522_185801lowTutta la zona adiacente a Piazza San Pietro intorno a Porta Cavalleggeri aveva una connotazione fisica e sociale come quartiere fino a qualche anno fa. Ha cominciato a subire delle profonde trasformazioni con l’avvento del Giubileo nel duemila. I vari lavori urbani realizzati e la trasformazione di molti grossi edifici religiosi in Alberghi – come ad es. la Residenza Madri Pie e la Casa per Ferie Frati Trinitari – hanno espulso dalla zona le funzioni originarie e i servizi di quartiere. La casa delle Madri Pie, infatti, era una scuola elementare dove a mezzogiorno si sentiva il vociare dei bambini all’interno del bel giardino curato insieme al cannone del Gianicolo.
Il successo del pontificato di Papa Giovanni Paolo II, in buona parte, è dovuto, al suo essere stato primo papa mediatico; è noto che fu il primo pontefice a rilasciare un’intervista televisiva e per di più in aereo. Tale notorietà ha consolidato l’attrazione del Vaticano da parte del mondo a spese del quartiere romano. Il turismo religioso è un tipo di turismo povero che non porta benefici economici alla città. In quegli anni i pullman tutto-incluso che venivano da Cracovia o quelli spagnoli per i neo-beatificati dal papa hanno affollato la zona a ridosso della piazza S. Pietro senza incentivare i consumi. Nelle grandi occasioni il Comune di Roma ha sempre distribuito, almeno, centinaia di migliaia di bottiglie d’acqua gratuite.
Nonostante la costruzione di megaparcheggi i pullman dei turisti scaricano i passeggeri in prossimità di Porta Cavalleggeri, spesso sostando lì con i motori accessi aumentando così l’inquinamento atmosferico e acustico – senza parlare ovviamente del traffico.
L’asse di via di Porta Cavalleggeri fino a Piazzale Gregorio VII (quasi tutti gli immobili sono di proprietà del Vicariato) ha cominciato ad aumentare gli affitti in maniera esponenziale così che i negozi – servizi di quartiere – sono stati a poco a poco mandati via: cartolerie, lingerie, oggetti sanitari, gioielleria-orologeria, cioccolateria, ma anche frutta e verdura all’ingrosso, hanno chiuso o si sono trasferiti altrove lasciando posto a pizzerie, gelaterie, bar….Attualmente in quella strada ci sono più bar di sanpietrini!!!!!
Il turismo cosiddetto mordi-e-fuggi porta anche a una dequalificazione della qualità dei prodotti che sono venduti una tantum (spesso anche scaduti) perché non c’è nessuno stimolo a far sì che il cliente torni. Tanto domani è un altro giorno e altri turisti.
Gli edifici residenziali (quei pochi stabili non di proprietà del Vicariato, di preti o suore) hanno aperto bed & breakfast, case-vacanze e quant’altro a discapito della cura degli edifici dove ascensori bloccati, chiavi spezzate nei cancelli e sporcizia negli ascensori sono un dato di fatto quotidiano.
È inutile forse accennare ai cassonetti dell’immondizia strabordanti nonostante che a cinquanta metri si trovi la sede dell’AMA con i famosi presepi dei Netturbini che tutti i papi conservatori hanno visitato. Papa Francesco no.
Ma il motivo di queste mie due righe è l’ultimo scempio di questa zona: l’Istituto Madri Pie nel curatissimo triangolo verde tra via Alcide De Gasperi, Via Stazione di S. Pietro e Via Alessandro III sta costruendo un edificio ex-novo. Iniziati i lavori a metà marzo, sono stati già buttati giù una casupola in legno, probabilmente luogo degli attrezzi dei giardinieri, cinque alberi e smantellato il verde. Dopo l’interessamento di alcuni residenti presso il Municipio è apparso un cartello che oltre ai dati della DIA (da verificare) mostra i renderings del progetto: un enorme edificio in cemento armato su tre piani (2 più un seminterrato) con inclusa una cappella.
È mai possibile che l’ampliamento del “Piano Casa” (regalo dell’accoppiata Berlusconi-Polverini) possa aver contemplato anche edifici di totale nuova costruzione? Può essere che il micro-clima dell’ambiente creato da quel delizioso giardino sia spazzato via da interessi economici delle suore che, peraltro non pagano neanche lMU?
L’ultima cosa in ordine di tempo, è che due giorni fa continuando a scavare nel giardino delle suore, sono stati trovati dei resti archeologici (probabilmente di domus romane) per cui il cantiere si è fermato per un pomeriggio.
Sono stati allertati l’Assessore all’Urbanistica, vari Enti e Associazioni, di cui stiamo aspettando gli esiti: “Salvaguardiamo il paesaggio”, “Italia Nostra” “Progetto Roma” e “Cittadinanza attiva” e con i cui membri dobbiamo fare delle riunioni in questi giorni; continueremo con le nostre battaglie con la speranza di evitare il progressivo degrado di questo che una volta era un quartiere.

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