Reale / Virtuale

informazioni, deformazioni, spettacoli, culture

Microcritiche / “Sette paesaggi” di Franco Purini

19 Aprile 2014
di Ghisi Grütter

21518-Purini_Paesaggio5

“Sette paesaggi” di Franco Purini, presso la Galleria Arte e Pensieri di Roma

Sette disegni elaborati a inchiostro di china da Franco Purini, sono in mostra con il titolo di “Sette paesaggi” presso la Galleria Arte e Pensieri di Roma, fino al 18 maggio. Il titolo è un remake di un suo libro pubblicato nel 1989 che, come egli stesso ricorda, gli ha ispirato una nuova serie di disegni «come un esercizio sulla rappresentazione architettonica che ha cercato progressivamente una autonomia formale sempre più motivata e decisa».
Franco Purini, uno dei maggiori architetti italiani contemporanei, è sempre stato un sostenitore dell’importanza del disegno; così scriveva in un’Autointervista sul Disegno del 1994 (Domus n. 763): «il disegno è una delle tre forme-pensiero primarie dell’architettura…non è, quindi, uno strumento di rappresentazione delle idee ma il luogo stesso di formazione dell’idea». Inoltre, ha sempre sottolineato il valore della teoria in architettura, in alternativa a una tendenza di un superficiale professionismo.
A mio avviso, il suo linguaggio poetico ha una doppia matrice. Da un lato la tradizione storica del disegno colto – da Piranesi ad Aldo Rossi; dall’altra, il forte legame con le ricerche sui linguaggi figurativi portate avanti dalle avanguardie pittoriche presenti a Roma negli anni 60 come testimonia lo stesso Purini «durante i lunghi scambi di idee sull’arte che avevo con Carlo Cego nei primi anni sessanta…» e subito dopo «con Novelli, che allora frequentavo quotidianamente, il dialogo era ovviamente diretto, intenso e ravvicinato» (Parlare con Carlo, in Carlo Cego il tempo della luce, Skyra, Milano 2008, a cura di Martina Corgnati).
Elementi fondamentali della ricerca formale sono: il riferimento agli archetipi, l’importanza della composizione, la supremazia della luce e dello spazio. La sequenza dei sette disegni, numerati in ordine di esecuzione e di dimensioni 500×700 mm., mostra un percorso che partendo dal materico finisce nell’immateriale; in altre parole possiamo dire che la forma si fa segno. La tripartitura delle tavole ricorda le fondamenta stesse dell’architettura: il basamento, il fusto e il coronamento che diventa il luogo dell’epifania degli eventi. In ordine crescente, la base materica solcata da fenditure, da piana (“Paesaggio uno”) sembra crescere e diventare tridimensionale costruendo piramidi di luce (“Paesaggio due”) poi si svuota diventando scavo nella pietra (“Paesaggio tre”) per poi frantumarsi (“Paesaggio quattro”), spezzarsi (“Paesaggio cinque”), assottigliandosi (“Paesaggio sei”) e rarefacendosi fino a diventare puro segno (“Paesaggio sette”).
Gli elementi ricorrenti che si ritrovano nelle sue tavole, come ad esempio la spirale o i piccoli “corviali”, sono materie di riflessioni sull’architettura così come testimoniano gli splendidi blocchetti di schizzi colorati – anch’essi presenti in bacheca presso la Galleria – prevalentemente monotematici che Franco Purini compila con dedizione e passione.
Varie sono le polarità mostrate nei suoi lavori: chiusura e apertura, ordine e disordine, continuo e discontinuo, leggerezza e tettonica, definizione e indeterminazione, artificiale e naturale e, in modo prevalente, vuoto versus pieno.
Così scrive Daniela Fonti, storica dell’arte e co-proprietaria della Galleria: «i paesaggi architettonici si fondano allusivamente – nell’apparente vocazione teorica – sul principio stesso della contraddizione manierista, esibendo all’interno della loro logica apparente le metafore linguistiche, le involuzioni prospettiche, le digressioni fantastiche, l’abbandono all’automatismo surrealista, le allusioni cosmiche» (Sette paesaggi per Arte e pensieri, nel catalogo della mostra).

Tags: , , , , , ,

Featuring Recent Posts WordPress Widget development by YD