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Questo è dolore

11 Maggio 2013
di Bia Sarasini

È perentorio, secco come un ordine Questo non è amore, il titolo del volume scritto dalle giornaliste del blog del Corriere della sera 27esima ora. Un libro-inchiesta, che raccoglie venti storie di donne in lotta con una quotidianità fatta di botte, gelosia feroce, soprusi, ferimenti, stupri, ma anche voci di uomini “maltrattanti”, accanto a chi lavora nella rete sociale e istituzionale che accoglie e protegge le donne. Magistrati, poliziotti, medici, avvocate. Un titolo che va dritto al cuore del problema, al nodo da sciogliere. Il punto che è il passo fondamentale da compiere. Sia per le singole donne che cercano la propria libertà, sia per la società, la cultura. Non è amore. Botte, sadismi, urla non sono amore.

Asciutto nello stile, come nella migliore tradizione giornalistica, il libro non è facile da leggere. Oltre che raccontare i fatti, le giornaliste coordinate da Giovanna Pezzuoli e Luisa Pronzato (Laura Ballio, Alessandra Coppola, Corinna De Cesare, Carlotta De Leo, Giusi Fasano, Angela Frenda, Sara Gandolfi, Paola Pica, Rita Querzè, Marta Serafini, Elena Tebano, Stefania Ulivi, Maria Luisa Villa), entrano nei sentimenti, nel mondo interno di chi parla.

Non solo è duro leggere di Veronica, ammazzata a 19 anni dall’ex fidanzato con un colpo alla testa, l’unico caso di morte che viene raccontato. Un femminicidio compiuto nel 2006 da un allievo della Guardia di Finanza. Uno che «dopo essere stato lasciato per 7 mesi non l’aveva mai chiamata”, racconta la madre di Veronica, che non si dà pace.

Lo è altrettanto seguire la storia di Elena, violentata per anni da un marito-orco che costringeva i figli a guardare e che una sera le ha quasi spaccato la testa contro un calorifero. “C’era sangue dappertutto. Mi ricordo solo che la piccola gridava: mamma non morire, ti prego. E io credevo che ci avrebbe ammazzati tutti”. Donne che vengono protette, di cui non si rivela il vero nome. Tutte, tranne una: Ileana Zacchetti, assessore alle Politiche sociali e alle Pari opportunità del Comune di Opera, nel milanese: “L’ho fatto per andare fino in fondo. Per le mie due figlie. E per senso di responsabilità nei confronti del mio ruolo di amministratrice”.

Perfino più difficile, quasi penoso è ascoltare gli altri. L’uomo che dice: «le volevo stringere il collo», ma anche il poliziotto, ora esperto nell’accogliere e sostener le donne maltrattate, che ricorda come all’inizio gli fosse facile pensare: ma cosa hai fatto per farti ridurre così.

E anche le magistrate, le avvocate, le mediche. Nessuna nasconde la fatica, il peso di occuparsi di queste vite segnate da una sofferenza.

Talmente faticoso, prendersi cura di questo dolore, che parte del lavoro è fare in modo di mettersi sempre in una posizione non giudicante. Non giudicare le donne che tornano, tornano sempre dall’uomo che le perseguita, le massacra. Non giudicarle quando, dopo essere andate via, si ripresentano: alla polizia, al centro di accoglienza. Riprovare di nuovo, con loro, riprovare ad aiutarle a trovare una strada.

Ecco, il libro, che è uno strumento prezioso e fornisce indirizzi utili e tutti i riferimenti possibili,  dice con chiarezza la verità di fondo, quella che è così difficile da accettare, da capire, quella da cui si può ripartire.

Questo non è amore, questo è dolore.

 

 

27ora, Questo non è amore. Venti storie raccontano la violenza domestica sulle donne, a cura di Giovanna Pezzuoli e Luisa Pronzato, Marsilio, 270 pagine 16, 50 euro (le autrici devolvono i loro compensi al Centro Antiviolenza Biblioteca delle donne Melusine dell’Aquila)

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