Paola Concia, “La vera storia dei miei capelli bianchi”, Mondadori –
Paola Concia assieme a Maria Teresa Meli ha scritto “La vera storia dei miei capelli bianchi” (Mondadori). Il titolo serve per inquadrare in modo diretto, semplice, popolare, gli anni assolutamente normali di una normale ragazza di Avezzano.
Tuttavia, il sottotitolo del libro: “Quarant’anni di vita e di diritti negati” si addentra nella scoperta, con il tempo, della voglia di affermarsi, del desiderio di approvazione. La storia inizia nel “giocare a nascondino con te stesso e con gli altri”. Amore per le donne; innocenza sensoriale, quasi tattile, intorno al corpo femminile; timori per l’ammissione, il coming out.
“Il racconto di un’omosessuale, che ama, soffre, vince (qualche volta), perde (spesso e malvolentieri). Niente di triste” nel percorso dalla provincia, la fuga dopo la scomparsa della madre, l’arrivo a Roma. Chissà se fidanzarsi con una parlamentare del Pds serve a supplire il vuoto materno. Comunque, non può durare con la ricerca delle “vicemamme”. Si apre la scena pubblica, politica: intanto, nel femminismo, al Virginia Woolf, con l’associazione Emily, alla Casa internazionale delle donne. Deputata del Pd, si assume il compito di difendere i diritti dei gay, trans, lesbiche. Contro l’omofobia, la discriminazione e contro l’eredità (supposta) del Pci “dove, per sposarsi o separarsi bisognava chiedere prima il via libera al Comitato Centrale”. Lei, invece, si sposerà in Germania con Ricarda, senza chiedere il permesso a nessuno.
In Italia non potrebbe succedere. Paola Concia è convinta che per scuotere l’opinione pubblica, i giornali, soprattutto i politici, bisogna alzare la voce. Il linguaggio di Maria Teresa Meli rende bene la sfida di una donna, alla quale, nonostante e proprio grazie agli eccessi, io voglio bene.