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Microcritiche/ Ricordare la strage sull’isola

2 Luglio 2012
di Bia Sarasini

Una cronologia che ti incatena. Inizia dal febbraio 1943, con lo sbarco in Sicilia di agenti dell’Oss, l’antenato della Cia, uomini di origine siciliana che si avvalgono della collaborazione di Luky Luciano. Accompagna la trasformazione di Salvatore Giuliano da bandito a patriota separatista, ha il suo culmine nel 1° maggio 1947, il giorno della strage di Portello della Ginestra alla Piana degli Albanesi, arriva fino a cinquant’anni dopo, il 1997, quando fu costituita l’associazione Non solo Portellache raccoglie i superstiti della strage e i familiari delle vittime.

Posta al termine del nuovo romanzo di Maria Rosa Cutrufelli I bambini della ginestra, la cronologia è la prima cosa che ho letto. Colpisce per la chiarezza delle connessioni, per la linearità di un percorso che è sempre stato lì, sotto gli occhi, a volerlo vedere. Mi è sembrata la cornice giusta per dare corpo alla voce dei due bambini, Enza e Lillo, protagonisti ignari e segnati per sempre – come capita alle vittime – da una vicenda più grande di loro. Di cui non si possono liberare, anche se ci provano con tutte le loro forze.

Non è la prima volta che Maria Rosa Cutrufelli si misura con la storia, né con le vicende della sua isola, la Sicilia. Ricordo Canto al deserto, la storia di Tina, soldato della mafia, e la stessa complessa architettura di D’amore e d’odio, storia- mondo del Novecento che nell’isola ha una salda radice. Nei Bambini della ginestra la narrazione ha la fluidità felice del ricordo, una lingua limpida che si piega alle cadenze di un siciliano che non diventa mai coloritura vernacolare, la solidità di una storia raccontata dalla parte delle vittime, senza farne figure dolenti o condannate. Soprattutto, mi sembra, i bambini della ginestra che persero la loro innocenza quando furono costretti a confrontarsi con cadaveri di una strage incomprensibile e senza parole, – la mafia ufficialmente non esisteva – sono l’Italia che cerca la verità. Che combatte anche contro se stessa, contro un desiderio di oblio, che potrebbe apparire – e i poteri coinvolti hanno avuto tutto l’interesse a contrabbandare ­– una forma di pace.

 

Maria Rosa Cutrufelli, I bambini della ginestra Frassinelli, 296 pagine,18,50 euro

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