Forse la notizia non è stata riportata esattamente come è avvenuta, nelle pagine locali del Corriere della Sera e poi riportata nell’home page nazionale del quotidiano.
Ma è certo che l’episodio del facchino musulmano dell’Hotel Danieli di Venezia che, essendosi rifiutato di prendere ordini da una donna sua superiore, si sarebbe licenziato e poi sarebbe stato riassunto grazie alla mediazione della direzione, che gli avrebbe affiancato un collega egiziano più gentile e disposto non solo ad ascoltare “una capa” ma anche a trasmettere gli ordini al suo amico reticente, fa ridere se non fossimo in tempi cupi.
Iniziamo dal signore in questione: il Corano non menziona nessun divieto rispetto alle gerarchie di potere professionali uomo.-donna, dunque siamo davanti a un povero stupido ignorante (di qualunque nazionalità e religione sia). Poi veniamo alla direzione dell’albergo: ieri il giornale parlava di una “felice mediazione” per salvare il posto di lavoro al facchino, o, oggi il direttore del Danieli smentisce e dice che il dipendente continua a prendere ordini da una domestica.
Potremmo fregarcene di queste miserie se Luca Zaia, governatore del Veneto, non fosse intervenuto ingiuriando lo straniero e ripetendo la solita solfa del lavoro sottratto agli italiani per essere affidato a uomini ottusi e retrogradi (come se invece gli italiani fossero per le pari opportunità, i matrimoni tra gay e il rispetto per le donne).
In ogni caso la stupidità non fa bene a nessuno: non riempie con sapidità le pagine dei giornali, non giova al nostro spirito depresso dallo spread, non aiuta i politici a occuparsi di altro più utile e produttivo.
Ma guarda che ti può combinare una lite tra dipendenti…
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