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Sentimenti differenti su quel manifesto

28 Giugno 2011
di Marina Terragni

Cara Franca, cara Letizia,

sono davvero colpita dalla nostra differenza di sentimenti e di ragionamento di fronte al manifesto scosciato del Pd. Può essere che tra le donne – e anche i molti uomini – che hanno protestato qualche sessuofobo bacchettone ci sia, ma non è con questo argomento che si può liquidare la gran parte delle obiezioni.

Il manifesto non è affatto osceno, è solo oscenamente stupido nella sua incapacità di cogliere lo spirito del tempo. Il fastidio viene dall’accostamento del concetto di “vento che cambia” con un’immagine che fa pensare che invece non è cambiato affatto, perché la cosa – anche lo scherzo, il gioco, la piccola provocazione – continua a essere giocata tra uomini e per il loro sguardo.
Stiamo per uscire, così almeno si spera, da un quasi-ventennio in cui questo sguardo maschile ha spadroneggiato anche se, come tutte abbiamo sempre detto, la realtà delle donne e della loro libertà non corrispondeva a questo sguardo da fine patriarcato, amplificato dalle tv.
L’immagine della donna scosciata o anche molto di più ci ha assillato, e ci ha costrette tutte a spiegare ripetutamente al resto del mondo che no, nel nostro paese le donne non erano né tutte schiave relegate in cucina né prostitute, che si trattava di un sogno maschile anni ’50 moltiplicato da un’illusione ottica e mediatica.
Abbiamo dovuto patire, sempre nel cono di questo sguardo, l’idea che perfino per accedere alla politica si dovesse essere un po’ gnocche, con il Pd complessato dal fatto di non averne abbastanza tra le sue file in un patetico berlusconismo di ritorno.
A Milano si è verificato davvero un switch antropologico, c’è stata davvero una muta di pelle, il simbolico di quel 50/50 in giunta è davvero molto più efficace di quanto si potesse credere.
Per me vedere quel manifesto, quella ragazzetta scosciata sì, ma con le scarpette piatte comme il faut – immagino il dibattito: però non mettiamole i tacchi a spillo, se no sembra una troia – per fare propaganda a un’occasione politica, e a un’occasione come questa, poi, ovvero alla vigilia di una drastica e non più rimandabile femminilizzazione della nostra rappresentanza politica, ecco, tutto questo per me e a molte amiche e amici di Milano, meglio parlare del proprio contesto, è stato un deludente ritorno indietro, la sensazione che il resto del paese indugia in un mondo che per noi è finito, e che ci sarà ancora molto da lottare perché finalmente finisca dappertutto.

Il fastidio è stato questo.

Insomma, care amiche, in sintesi: l’idea di vedere nuovamente appaiati politica e appeal femminile ci è insopportabile.
Una svolta puritana? potrebbe starci, almeno in parte.
La mia città è anche una città puritana, e in questi lunghi anni di troiaio ha patito molto.

Tanti baci, e a presto.

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